Savona – Si è presentato alla festa dove la ex moglie avrebbe cantato come artista della serata e le ha sparato diversi colpi di pistola, uccidendola. E’ ricercato Domenico Massari, 48 anni, l’uomo che ieri sera, a Savona, ha ucciso Deborah Ballesio, 40 anni, cantante ed animatrice.
Le forze dell’ordine lo stanno braccando controllando ogni luogo collegato alla sua vita e al suo lavoro ma anche familiari e amici che potrebbero aiutarlo a nascondersi ma non viene neppure esclusa la possibilità che l’uomo si sia nascosto per togliersi la vita.
La notte di follia è avvenuta all’interno del ristorante dei Bagni Aquario di via Nizza, dove era in corso una festa karaoke. Intorno alle 22,30 l’uomo si è presentato alla festa armato di pistola, ha urlato “ti ricordi di me” all’ex moglie e poi ha iniziato a sparare colpi all’impazzata.
Alcuni hanno colpito a morte Deborah Ballesio, che si è accasciata a terra in una pozza di sangue, mentre altri hanno colpito in maniera grave altre persone che si trovavano lungo la traiettoria di tiro o che l’hanno attraversata quando si è diffuso il panico.
Si tratta di una donna di 62 anni, colpia ad una gamba e una ragazza colpita di striscio per pura fortuna. Tutte e due sono state trasferite in ospedale per le cure del caso.
I colpi esplosi hanno fatto scattare l’emergenza e le forze dell’ordine, polizia e carabinieri, si sono precipitate sul posto ma l’aggressore era già fuggito, sempre armato e pericoloso perchè determinato ad uccidere.
La caccia all’uomo è durata tutta la notte e oggi le verifiche delle forze dell’ordine si estendono ai familiari e alle amicizie di Domenico Massari ma anche alle utenze telefoniche e persino i social network dove potrebbero trovarsi elementi utili a scoprire dove potrebbe essere fuggito.
Intanto scoppiano le consuete polemiche sulla possibile prevenzione della tragedia. Un gesto di lucida follia che poteva certamente essere evitato poichè l’uomo, già in passato, aveva incendiato un locale dove lavorava l’ex moglie e gli episodi di aggressione erano ripetuti e sempre più violenti.
Era ben possibile attuare tutti i meccanismi previsti dalla Legge per evitare l’escalation di morte ma evidentemente non sono stati messi in campo.
Troppo spesso, dietro le parole “femminicidio” e violenza sulle donne si nasconde l’impreparazione e l’inadeguatezza di uno Stato che, a parole, dice di pensare alla Sicurezza dei cittadini ma poi taglia i fondi per le forze dell’ordine, non investe nello sviluppo delle pene alternative o della sorveglianza elettronica (bracciali elettronici, dispositivi anti avvicinamento).
Dopo il clamore dei momenti successivi agli omicidi, infatti, nulla cambia e nessun intervento reale viene attuato.