Camogli – Potrebbe appartenere alla leggendaria nave “Santo Spirito”, affondata il 29 ottobre del 1579, con il suo carico preziosissimo, il relitto di epoca cinquecentesca, ritrovato al largo di Punta Chiappa, sul promontorio del monte di Portofino.
I resti del vascello raguseo sono stati trovati dai sub del “Rasta Divers” di Santa Margherita Ligure, nel corso di una esplorazione che potrebbe rivelarsi davvero eccezionale.
I reperti ritrovati indicano che si tratta di un vascello di grande valore e importanza, risalente al 500 e del tipo corrispondente alla celebre nave affondata in zona dopo essere stata respinta dal Porto di Genova perché proveniente dalla Spagna dove infuriava la Peste Nera.
La Santo Stefano venne messa in quarantena e rimase a lungo sottocosta dove venne colpita da una tempesta che la fece schiantare sugli scogli di Punta Chiappa, come riportano i documenti storici.
Gli stessi archivi che raccontano che la nave, affittata dal governatore spagnolo, era carica di sete preziose, oggetti di valore immenso e armi di fattura eccezionale.
La leggenda narra invece che i marinai vennero salvati dalla popolazione locale di Camogli, Punta Chiappa e San Fruttuoso e che gli stessi raccolsero gran parte del carico che, però, non venne restituito anche perché recuperato dopo un naufragio.
Sempre la leggenda narra che il governatore spagnolo ingaggiò i migliori nuotatori di Genova e della zona di Camogli per recuperare il preziosissimo carico, ma questi non riuscirono per il maltempo che continuava a colpire la zona e per un’epidemia di Peste che era scoppiata.
Verità e leggenda si uniscono nel ritrovamento del relitto che, comunque, per le sue straordinarie condizioni di conservazione, è il più importante d’Italia per l’epoca e tra i più importanti del Mediterraneo.
La Soprintendenza delle Belle Arti della Liguria, insieme ai carabinieri subacquei e agli archeologi, studieranno a lungo il relitto, preservando i suoi tesori e cercando di dare un nome alla nave.
Al momento, infatti, si tratta solo di “suggestioni” il collegamento con la Santo Spirito