Genova – Il progetto per far arrivare la pista ciclabile anche in Valbisagno procede spedito, tra riunioni del Comune con le associazioni dei ciclisti e con i tecnici del misterioso ufficio della “smart-mobility” ma i Municipi non sanno nulla e non sono stati neppure interpellati.
Parte dal Municipio Bassa Valbisagno di Massimo Ferrante la “rivolta” contro la decisione del Comune di avviare il progetto per la realizzazione delle piste ciclabili anche in ValBisagno ma senza coinvolgere i Municipi che conoscono il territorio e che, comunque, da normativa, devono essere chiamati a partecipare alle scelte della civica amministrazione in quanto eletti dai residenti e primo anello di congiunzione tra Cittadini e amministrazione.
Come già avvenuto per molte altre situazioni, infatti, il presidente del Municipio Ferrante ha “scoperto” il tracciato della ciclabile diretta a Staglieno dai giornali.
L’assessorato competente ha interpellato le associazioni dei ciclisti, ha coinvolto il misterioso ufficio responsabile della “smart-mobility” ma non ha sentito il dovere di interpellare chi ogni giorno, da anni, lavora sul territorio dove nascerà la pista ciclabile e ne conosce criticità e punti di forza.
“Basti pensare che si annuncia la ciclabilità del sottopasso pedonale di Brignole che è già tale da anni – ironizza Ferrante – veniamo a sapere che il Comune autorizzerà ciò che già avviene, con le necessarie autorizzazioni, già da tempo. Probabilmente non hanno nemmeno visto che i cartelli già ci sono e che il provvedimento interessa anche Borgo Incrociati”.
Dall’ironico il tono passa al furibondo, però, quando si parla del tracciato che, sulla carta, dovrebbe attraversare il quartiere di San Fruttuoso passando per ponte Castelfidardo, piazza Manzoni e piazza Giusti, per poi proseguire per piazza Martinez.
“Il Municipio conosce il territorio più di chiunque altro – sbotta Ferrante – e non si capisce perché non ci abbiano nemmeno consultato. Chi conosce le criticità, i problemi, le strade potrebbe certo dare qualche consiglio utile o prevenire problemi. Ci auguriamo ancora che l’assessore Campora si dimostri più aperto al confronto di quanto abbia fatto e faccia il sindaco”.
Pronti alla “rivolta” anche con clamorose forme di protesta anche i residenti della zona della Valbisagno interessata dal progetto.
“La pista ciclabile è certamente doverosa anche se dubitiamo che possa essere decisiva – spiegano i comitati di quartiere – ma per realizzarla non si può tracciare una striscia rossa a caso sulle strade, magari sentendo solo un manipolo di “talebani” che pensa solo alle sue priorità e chi lo fa non mostra rispetto per i Cittadini. Noi chiediamo che il progetto venga presentato nei Municipi coinvolti con assemblee pubbliche, anche in diretta streaming se non è possibile convocarle “in presenza” per il covid”.
In particolare spaventa la possibilità che le piste ciclabili possano far togliere posti auto in una zona già in crisi continua o, ancora, rallentare un traffico già pesantemente congestionato con limiti di velocità a 30 km/h come in corso Italia.
“Leggiamo sui giornali che la pista passerebbe in corso Sardegna e in corso Galliera – scrivono ancora i Comitati – e ci domandiamo se qualcuna delle “menti pensanti” che firmano il progetto hanno mai frequentato la zona o se si tracciano a caso delle strisce rosse sulla mappa, tanto per accontentare una sparuta minoranza di persone gettando fumo negli occhi al resto della popolazione che continuerà a usare l’auto e che andrebbe invece indotta a preferire il mezzo pubblico. Vengano alle assemblee e ci dicano quali sono i criteri di scelta e ascoltino le contro-proposte che arriveranno. Non siamo in dittatura”.