Genova – Sarà un’indagine della magistratura genovese ad accertare se vi siano responsabilità dietro alle giornate di caos e disagi negli ospedali genovesi, con ambulanze ferme con i pazienti a bordo davanti ai Pronto Soccorso o bloccati per ore nelle barelle delle sale di attesa, aspettando le visite o il ricovero.
I Nas dei Carabinieri hanno compito diversi controlli negli ospedali, anche a seguito di denunce pubblicate sui social, e la Guardia di Finanza ha acquisito documentazione negli Uffici di Alisa.
Testimonianze riportate su gruppi come:
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#parlodelcovid Liguria : testimonianze e tutela dal contagio
In particolare l’attenzione dei magistrati che indagano sul caso si concentra sulle comunicazioni tra personale sanitario e vertici del sistema sanitario ligure a proposito della prevista o meno “seconda ondata” di casi di contagio da coronavirus e sulla conseguente prevedibilità di picchi di ricoveri e necessità di posti letto negli ospedali.
Medici e personale sanitario avrebbero segnalato la prevedibilità di un nuovo picco – nonostante le rassicurazioni date attraverso i Media da alcuni esperti del settore che hanno parlato di virus meno pericoloso – e le autorità sanitarie internazionali non hanno mai allentato il livello dell’emergenza parlando più volte di una “seconda ondata” di coronavirus – covid 19 a partire dall’Autunno.
Le indagini accerteranno quindi se qualcosa, nella catena di “comando” non abbia funzionato a dovere o se, addirittura, possano esserci stati degli errori o se, diversamente e auspicabilmente, sia stata fatta ogni cosa umanamente possibile per evitare il caos che si è verificato nei giorni scorsi davanti ai principali Pronto Soccorso genovesi.
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