Genova – La Liguria verrà inserita nella cosiddetta “zona arancione” da mercoledì 11 novembre e per i prossimi 14 giorni. La notizia, già nell’aria da giorni nonostante tutte le smentite, è ora ufficiale.
Lo ha appena comunicato il ministro Speranza al presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti che, sino a ieri, escludeva che i dati in possesso potessero far pensare ad un peggioramento della classificazione della Liguria.
Il prolungato picco dei contagi e dei decessi e il lento ma costante aumento della saturazione negli ospedali aveva sempre fatto pensare al peggio gli osservatori più attenti per i quali la decisione della commissione ministeriale non è affatto una sorpresa.
A preoccupare sono soprattutto i dati relativi alla città di Genova che anche nel bollettino di oggi fa registrare 349 dei 538 nuovi contagi e a fronte di un forte calo dei tamponi registrato, come di consueto, nel fine settimana.
A destare allarme anche i 21 decessi inseriti nel bollettino sanitario di questa sera.
Leggi tutti i dati dell’ultimo bollettino qui
Chiudono quindi Bar e Ristoranti da mercoledì, anche a mezzogiorno e vengono chiusi anche i centri commerciali nel week end e nei giorni di festa.
Vietati gli spostamenti da regione a regione e tra Comune e Comune salvo motivazioni urgenti e dimostrabili e autocertificabili. I controlli sui reali motivi verranno comunque effettuati.
Restano aperti i negozi che vendono generi di prima necessità.
Restano chiusi Musei, Mostre, palestre e piscine
Resta il coprifuoco tra le 22 e le 5 del mattino
Il presidente della Regione Liguria Toti, dopo aver appreso la notizia ha pubblicato un commento sulla sua pagina Facebook.
“Pur rimanendo perplesso sulla differenza di trattamento rispetto alla scorsa settimana, a fronte di numeri più o meno simili, ritengo sia doveroso non entrare in polemica con il Governo e prendere atto di questa decisione. Indubbiamente i nostri ospedali sono sotto forte pressione, il mondo medico chiede interventi e in queste situazioni riteniamo che il criterio di prudenza debba sempre prevalere”.
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