Genova – Liguria in zona arancione per l’impennata dei contagi da coronavirus soprattutto nel ponente ligure e scatta la protesta dei ristoratori che non si aspettavano la chiusura nel giorno di San Valentino ed hanno accettato le prenotazioni ed acquistato le materie prime per preparare i piatti.
Molti locali apriranno nonostante i divieti in segno di “protesta” ma anche per cercare di non perdere una giornata molto importante in un periodo di crisi come questo o, ancora, per rientrare almeno delle spese fatte per poter accogliere la clientela oggi.
Una scelta che può portare a pesanti sanzioni che hanno frenato moltissime delle adesioni inizialmente previste alla “protesta”.
Il ritorno della Liguria alla cosiddetta “zona arancione” inizia infatti in anticipo rispetto al previsto visto che il rientro in “zona gialla” era arrivato di lunedì.
Molti ristoratori, calcolando le due settimane di provvedimento, hanno creduto di poter contare nella domenica lavorativa che, oltrettutto, coincide con la festa di San Valentino, tradizionalmente dedicata ai festeggiamenti delle coppie e a pranzi degli innamorati.
La “doccia fredda” è arrivata con la comunicazione dell’ingresso della Liguria in zona arancione già dalla mattina di oggi e con essa la consapevolezza di dover disdire le prenotazioni e “buttare” le derrate alimentari acquistate a fatica in un periodo di crisi nera.
Per questo molti ristoratori hanno deciso di restare comunque aperti, cercando di rispettare al massimo le norme di sicurezza e non in contrasto alle disposizioni ma per evitare oltre al danno, anche la beffa.
Da più parti arrivano anche inviti a sostenere il settore della Ristorazione in un momento così critico, con le ordinazioni a domicilio che potrebbero rappresentare comunque un piccolo supporto in un momento delicato.