Imperia – Le mascherine sono obbligatorie anche per i politici e occorre rispetto per i carabinieri.
E’ dura la difesa dell’operato dei “colleghi” intervenuti durante la riunione del consiglio comunale di Imperia per far rispettare l’obbligo di indossare la mascherina anti coronavirus e che sarebbero stati allontanati dal sindaco Claudio Scajola con l’accusa di violare uno “spazio politico”.
Il sindacato dell’Arma dei Carabinieri UNARMA critica l’operato del primo cittadino di Imperia e chiede rispetto per i militari che stavano semplicemente facendo rispettare le Leggi dello Stato italiano.
“Le Forze dell’ordine devono essere un presidio di legalità in ogni luogo dello stato – scrive in una nota il Segretario Generale del Sindacato dell’Arma dei Carabinieri Unarma, Antonio Nicolosi – Mai come in questi mesi, e in questi giorni, si avverte tra i militari una profonda responsabilizzazione rispetto al proprio ruolo non solo di garanti della sicurezza della popolazione contro la criminalità, ma anche di esempio pubblico di buona condotta e etica collettiva”.
“Proprio per questo – prosegue Nicolosi – stupisce che da parte di un altro braccio della forza pubblica, quello di una certa politica, manchi lo stesso corretto impegno nel rispetto dei ruoli e dei propri doveri. Troviamo vergognoso il trattamento riservato ai colleghi intervenuti ieri nel consiglio comunale di Imperia, su segnalazione del consigliere di minoranza Maria Nella Ponte (M5s), che aveva segnalato il mancato rispetto dell’obbligo di mascherina da parte di alcuni amministratori”.
“Ad imbarbarire una situazione già di per sè istituzionalmente imbarazzante e spiacevole – scrive il sindacato UNARMA – è intervenuto il sindaco Claudio Scajola che ha allontanato i militari accusandoli di violare la sede politica della giunta nel bel mezzo di una riunione”.
Sempre secondo il sindacato: “oOltre all’opportunistica interpretazione delle norme che, per altro, prevedono per circolare ministeriale l’obbligo del distanziamento interpersonale e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale personale per i partecipanti alle sedute collegiali degli enti locali, a sconcertare è la mancanza di considerazione dimostrata, in una sede politica, per i milioni di cittadini, oltre che per i colleghi, che in questi mesi stanno affrontando con ligio rigore oltre alle norme di contenimento del contagio, anche il ruolo di chi è chiamato a far rispettare regole che, ricordiamo, essere valide per tutti, politici compresi”.
Da più osservatori si fa notare che, laddove il primo cittadino di Imperia avesse voluto e inteso salvaguardare la “sacralità” dell’aula dove era in corso un incontro politico, avrebbe potuto sospendere temporaneamente la riunione, ascoltare le richieste dei carabinieri intervenuti e poi riprendere l’assemblea in piena sicurezza, facendo indossare a tutti, come prevede la normativa, la mascherina di protezione.
D’altro canto i militari hanno comunque deciso di allontanarsi per non creare un “caso politico” dimostrando professionalità e capacità di affrontare la situazione.
Ora resta da chiarire se, davvero, spetti al responsabile della Sicurezza dei Cittadini di Imperia e del Consiglio comunale (ovvero il sindaco) far rispettare l’obbligo dell’uso della mascherina e quale sia la conseguenza per non aver ottemperato.
Il caso di Imperia finirà quasi certamente nelle aule di un Tribunale per chiarire quali sono gli ambiti di azione dell’Arma dei Carabinieri che fa rispettare le Leggi e l’ampiezza della tutela di cui gode l’aula dove è in corso una assemblea politica.
Un caso ben altro che semplice, giuridicamente parlando.
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