Genova – Inizierà questa mattina alle 9,30, nella tensostruttura realizzata all’interno del colonnato del Palazzo di Giustizia, il mega processo per il crollo del Ponte Morandi che provocò la morte di 43 persone e danni per milioni di euro alla città.
Ben 59 gli indagati, tra i vertici di Autostrade per l’Italia, delle aziende chiamate a verificare la stabilità e sicurezza del ponte sino ai funzionari del Ministero dei Trasporti che dovevano vigilare sul lavoro di Autostrade.
Un processo che parte “con il piede sbagliato” visto che la maggior parte dei familiari delle vittime ha scelto di “uscire”, almeno per la parte dei risarcimenti, dal processo, accettando le proposte fatte dagli uffici legali di Autostrade per l’Italia che, secondo indiscrezioni, si aggirerebbero attorno al 300mila euro a famiglia.
In questo modo non potranno essere chiesti ulteriori risarcimenti in fase processuale e l’importo complessivo dei danni, che potrebbe superare le centinaia di milioni di euro, resterà “contenuto”.
Le famiglie, riunite in diversi Comitati, potranno comunque chiedere Giustizia per quanto concerne l’aspetto penale.
Una piccola parte delle famiglie delle vittime, come Egle Possetti, portavoce del comitato che lotta dall’agosto 2018 per avere Giustizia, non ha accettato e non accetterà alcuna proposta di “accordo” con Autostrade e proseguirà la battaglia legale sino in fondo, accettandone anche i rischi.
La prima udienza, “a porte chiuse” e senza la possibilità della Stampa di seguire quanto avviene in aula, darà l’avvio ad un processo che, sebbene già previsto in almeno 3 udienze settimanali, è già “a rischio prescrizione” per i reati meno gravi.
Nella prima udienza il gip Paola Faggioni dovrà subito decidere se accogliere o meno le “parti civili” che chiederanno di costituirsi in giudizio anche per poter chiedere un equo risarcimento per l’enorme tragedia provocata – secondo le ipotesi di accusa – da errori e gravi omissioni.
Attesa la costituzione a parte civile del Comune e della Regione Liguria che, da sole, potrebbero ricevere indennizzi da decine di milioni di euro che potranno essere usate per interventi pubblici in favore delle zone colpite generando un vero risanamento e rilancio di parti della città che hanno pagato a duro prezzo quanto avvenuto.
Il giudice dovrà decidere anche sulla costituzione di parte civile di sindacati, associazioni di categoria, associazioni di consumatori ma anche comitati di familiari delle vittime.
Tutta Italia, e forse il mondo intero, attende con ansia di sapere chi siano i responsabili di quanto avvenuto quel tragico 14 agosto 2018 quando il Ponte Morandi si sbriciolò sotto gli occhi attoniti di decine di testimoni provocando la morte di 43 persone.
Occhi puntati sul processo, quindi, e grande attesa anche per la durezza delle condanne e sanzioni che dovrebbero essere decise per la gravità dei fatti ma anche e soprattutto per fare in modo che simili episodi non debbano mai più ripetersi.