Toti Giovanni presidente Regione LiguriaGenova – Boom di prime dosi di vaccino in Liguria e il presidente Giovanni Toti annuncia che tutto è pronto per avviare la campagna di vaccinazione tra i bambini tra i 5 e gli 11 anni.

“Raddoppia la somministrazione di prime dosi in Liguria rispetto alla settimana precedente – ha dichiarato Toti – Ieri sono state inoculate 1.238 prime dosi, venerdì erano state 1.222 e giovedì 1.154. Nell’ultima settimana, cioè dal 21 al 27 novembre, sono state somministrate 6.390 prime dosi, mentre nella settimana precedente erano state 3.821. Un dato importante che testimonia il raddoppio delle dosi, e che arriva a pochi giorni dall’annuncio dell’introduzione del super Green pass da parte del Governo. Tendendo anche conto che a meta novembre si aveva una media di circa 700 dosi al giorno a metà novembre, che sono progressivamente salite”.

Per quanto riguarda le prenotazioni hanno superato le 4.000 quelle per le prime dosi (4.025), un dato che è aumentato sensibilmente.
In particolare la maggiore prevalenza di prenotazioni si registra nella fascia 12-19 con 1.350 prenotazioni, segue la fascia 50-59 con 581 prenotazioni, quella dai 40 ai 49 con 522 prenotazioni, quella dai 30 ai 39 con 488, quella dai 20 ai 29 con 395, quella dai 60n ai 69 con 384 prenotazioni infine dai 70 ai 79 con 207 e quella degli over 80 con 98.

“Proprio oggi è arrivata la comunicazione da AIFA – ha detto Toti – che dà il via libera alla somministrazioni dei vaccini nella fascia di età dai 5 agli 11. Noi attendiamo le indicazioni del Governo e come Regione Liguria ci siamo già messi in moto per garantire anche questa offerta a cui si aggiungerà il raddoppio delle somministrazioni dei vaccini, grazie anche alle linee senza prenotazione e a una maggiore apertura delle agende”.

All’ottimismo del presidente della Regione Liguria, però, rispondono preoccupati i genitori dei bambini che, secondo i programmi, dovrebbero essere i prossimi destinatari della campagna.
A fronte di rischi comunque presenti nella vaccinazione, infatti, tutti gli organismi sanitari sono concordi nel ritenere i bambini i meno soggetti alla malattia e quelli che meglio vi fanno fronte sotto il profilo sanitario.
La vaccinazione dei bambini, quindi, appare più come modo per raggiungere una quota di persone vaccinate vicina all’obiettivo minimo per la cosiddetta “immunità di gregge” più che per un reale stato di bisogno dei bambini.
Molti genitori fanno notare come sia difficilmente comprensibile che si debbano mettere “a rischio” soggetti che non hanno conseguenze gravi e diffuse dall’epidemia, piuttosto che imporre a chi, sano e soggetto alle conseguenze più gravi della pandemia, un vaccino che è davvero un salva vita.