Genova – Il ponte Morandi, il viadotto della A10, spezzato in due come quel terribile 14 agosto.
Le gru al lavoro mentre le macerie ancora invadono il greto del Polcevera.
Questa una delle scene di un presepe allestito in un hotel di Firenze e definito, secondo i promotori, un “presepe da artista”.
All’immagine della tragedia del Morandi si affiancano scene con malati di Covid e altre 28 riproduzioni che saranno visibili fino al prossimo 6 gennaio.
Una scelta, quella di riprendere le scene del crollo del viadotto autostradale e di riproporlo all’interno del presepe, che ha scatenato le reazioni dei parenti delle vittime.
“Noi possiamo immaginare, anche se con fatica, – ha scritto Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime ponte Morandi – che le persone che non hanno vissuto la nostra esperienza terribile possano pensare che un presepe con i monconi del defunto ponte Morandi possa diventare commemorativo. VI assicuriamo che per le famiglie che portano nel cuore quelle maledette immagini, pensando che laggiù persero la vita i loro affetti, non emerga nulla di commemorativo, per noi il ricordo passa attraverso pensieri teneri, iniziative delicate, un sorriso, una carezza, il memoriale futuro, il lavoro degli inquirenti e della magistratura, attraverso la percezione che quelle morti possano risuonare nelle orecchie delle nostre istituzioni per spronarle a fare molto di più, per non permettere mai più una tale vergogna”.
Ancora: “Un presepe, che vuole essere ‘alternativo’, con tutto il rispetto per il lavoro da cui è scaturito, risuona stonato e siamo allibiti he non si potesse immaginare prima. Ogni tanto non guasta lasciare in vita qualcosa di tradizionale perché il presepe ha un valore positivo, una nascita, una gioia che non vediamo nel crollo di un ponte per incuria, si può fare spazio alla fantasia in molti altri contesti. Della nostra tragedia si parla ormai troppo poco, restano i lamenti di chi invoca giustizia e di fronte a noi appaiono i presepi”.