Chiavari – Una nuova richiesta di proroga per cercare le tracce del Dna dell’assassino di Nada Cella, la ragazza uccisa nello studio del commercialista dove lavorava come segretaria nel maggio del 1996.
Sempre più in salita il lavoro degli inquirenti che hanno riaperto il caso dell’omicidio avvenuto 25 anni fa e mai risolto. Sul motorino sequestrato alla donna indagata in seguito alle nuove indagini (e già uscita dall’inchiesta all’epoca dei fatti) non sarebbero state trovate tracce di sangue e se anche i test del DNA non offrissero prove consistenti si potrebbe rapidamente tornare alla chiusura del caso per mancanza di elementi in grado di collegare la persona indagata con il delitto, come già avvenne 25 anni fa.
In mano agli investigatori, infatti, solo le telefonate della donna rimasta senza nome e che a più riprese rivelò di aver visto l’indagata nei pressi dell’ufficio dove avvenne il delitto mentre riponeva dei vestiti “sporchi” nello scooter oggi oggetto di verifiche tecniche.
Senza la conferma della presunta testimone, infatti, resta solo una registrazione audio di una telefonata fatta dalla “voce misteriosa” alla madre del commercialista.
Il genetista Emiliano Giardina, famoso per il caso di Yara Gambirasio, ha chiesto una nuova proroga di un mese per gli accertamenti. Proroga che segue quella già concessa un mese fa.
Gli accertamenti sono delicatissimi ed è comprensibile che debbano essere fatti con la massima attenzione ma è anche possibile che, a 25 anni di distanza, non sia possibile arrivare a risultati attendibili come è doveroso che sia nel caso di accuse gravissime come quelle che dovrebbero sostenere in Tribunale nei confronti di una persona che già una volta era entrata nelle indagini per uscirne senza macchia.