Genova – Non era malato e tantomeno morente il cinghiale avvistato all’interno del parco di Villa Doria, a Pegli. L’animale era stato segnalato dai genitori di alcuni studenti di una scuola vicina che avevano dato l’animale per morente e così sono scattati i controlli che hanno portato a scoprire in breve che l’animale stava solo dormendo profondamente.
Purtroppo, però, secondo gli Animalisti Genovesi, non ci sarà alcun “lieto fine” poichè il cinghiale è stato catturato poco dopo e verrà abbattuto.
Chi lo voleva salvare potrebbe in realtà averlo condannato a morte.
“Oggi ero presente a Pegli durante l’operazione di sedazione e cattura (e successiva uccisione) del cinghialetto in Villa Doria – scrive Fabio Dolia, portavoce degli Animalisti Genovesi – Era tutt’altro che morente, stava semplicemente dormendo, troppo fiducioso degli umani che aveva intorno”.
“Ancora una volta – prosegue Dolia – se qualcuno in precedenza gli ha fornito del cibo (unitamente alla spazzatura disponibile giorno e notte nei vialetti della villa), lo ha involontariamente condannato a morte. L’animale era in perfetta salute, ma ha pagato con la vita l’aver cercato cibo e riparo”.
“Purtroppo – prosegue il portavoce degli Animalisti Genovesi – queste informazioni non corrispondenti al vero spesso vengono fornite da pubblici ufficiali in servizio: oggi due agenti prima hanno parlato di cinghiale malato (addirittura di peste suina!) e poi detto ai presenti che sarebbe stato catturato e liberato altrove. Non è così: gli animali catturati durante gli interventi di controllo sono sempre e comunque destinati alla morte. Certo, è possibile che gli agenti non lo sapessero, non essendo di loro competenza. Ma sarebbe stato più corretto dichiarare di non conoscere lo stato e il destino di quel giovane animale, anziché dare false illusioni di un lieto fine inesistente”.
Secondo l’associazione animalista “si dovrebbero mettere in sicurezza le ville e i parchi pubblici, impedendo che animali selvatici vengano a contatto con i frequentatori. Ma non è ammazzando qualche esemplare che si impedirà ad altri di scendere dagli stessi percorsi”.
“Villa Doria è già stata protetta con adeguate recinzioni – conclude Dolia – Tutti i varchi vanno verificati e chiusi: se questo animale fosse stato semplicemente riaccompagnato verso i monti, si sarebbe ottenuta la sicurezza dei cittadini senza inutili spargimenti di sangue”.