Camogli (Genova) – Saranno le perizie tecniche ordinate dal Tribunale a stabilire se il crollo di parte del cimitero di Camogli, avvenuto il 22 febbraio 2021 poteva essere evitato o se, invece, gli allarmi lanciati a più riprese dai familiari dei defunti siano stati “sottovalutati”. Nel frattempo il sindaco, Francesco Olivari, e i due predecessori, Italo Salvatore Mannucci e Giuseppe Maggioni, risultano iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Genova che segue le indagini sul crollo.
L’elenco degli indagati potrebbe allungarsi nei prossimi giorni e già contiene i nominativi di due dirigenti del Comune, ai vertici dell’ufficio Lavori Pubblici.
Le ipotesi di accusa – da comprovare – sono di responsabilità nel crollo e di omessi lavori per mettere davvero in sicurezza la falesia sottostante il cimitero e che già risulterebbe pericolante dal 2002, di qui la decisione di indagare tutti gli amministratori dal 2002 ad oggi.
Nel frattempo prosegue il delicato lavoro di identificazione e recupero delle 415 salme precipitate in mare. Secondo gli ultimi dati una cinquantina di corpi sembrano spariti nel nulla e nemmeno i test del Dna sono ancora riusciti a dare un nome ai poveri resti. Uno strazio per i parenti che sin da quel 22 febbraio puntano il dito contro l’amministrazione per aver sottovalutato i molti allarmi lanciati.