La Spezia – Non si placano le polemiche sulla presenza di un grosso topo nelle sale dell’ospedale spezzino documentata da una foto diventata virale sui social.
La Asl locale ha subito ordinato una speciale derattizzazione ma poco dopo ha “rassicurato” evidenziando che, dopo alcune verifiche, si è accertato che l’animale era di proprietà di uno dei pazienti che lo tiene come “animale da compagnia”.
Resta da capire ora se un animale “particolare” come il topo possa essere introdotto liberamente in un ospedale, dove il personale è costretto a cambiarsi le scarpe se esce dai reparti e dove chiunque si aspetta (o spera) di trovare la massima igiene e la massima sicurezza sotto il profilo batteriologico.
E’ consentito infatti, in alcuni ospedali e in determinate circostanze, introdurre cani o gatti nelle sale degli ospedali ma le normative impongono che l’animale.
Sui social la vicenda è tutt’altro che “conclusa” e alle risposte della Asl 5 replicano molti osservatori che si domandano se il paziente avesse o meno il diritto di portare “l’animale da compagnia” nell’ospedale e chi abbia verificato la sussistenza dei requisiti. O, ancora, cosa dicono le normative in merito.
Consultando il web c’è chi fa notare che esiste una pagina collegata al sito di Alisa (https://www.alisa.liguria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1232:linee-guida-animale-negli-ospedali&catid=7:notizie&Itemid=109) nella quale si legge, a proposito di “ingresso degli animali domestici nelle strutture sanitarie liguria:
07 Agosto 2018
Approvate le linee guida. Vicepresidente Viale: “documento condiviso e apprezzato da tutte le Asl per armonizzare buone prassi esistenti”
“L’ingresso degli animali domestici e l’avvio di progetti di pet therapy negli ospedali e nelle strutture sociosanitarie è un nostro obiettivo: bisogna osservare le norme sanitarie e rispettare i diritti di tutti i pazienti e gli ospiti oltre che garantire il benessere degli animali stessi. Per questo oggi abbiamo approvato un regolamento unitario che armonizza il più possibile le procedure per consentire l’accesso di animali da compagnia nelle strutture del nostro territorio, partendo dalle buone prassi già esistenti”. Così la vicepresidente e assessore alla Sanità di Regione Liguria Sonia Viale in merito all’approvazione, oggi in Giunta, delle linee guida per l’accesso degli animali d’affezione (cani e gatti) alle aree esterne, aree interne comuni e ai reparti di degenza delle strutture sanitarie della Liguria, ad esclusione di alcuni reparti particolarmente delicati e complessi come, ad esempio, Pronto soccorso e punti di primo intervento, ostetricia e nursery, terapia intensiva, centri dialisi, reparti di degenza per acuti.
Il documento parte da quanto elaborato con la Asl2 Savonese, integrato con le osservazioni dei due Irccs Istituto Giannina Gaslini e Ospedale Policlinico San Martino e condiviso con Alisa e con le direzioni sanitarie di tutte le Asl, ricevendo commenti favorevoli.
Tra le disposizioni previste, l’obbligo di avere con sé il libretto sanitario dell’animale attestante la profilassi vaccinale, il certificato veterinario che ne attesti la buona salute, il certificato di iscrizione all’anagrafe canina e copia della polizza assicurativa per danni contro terzi oltre all’indispensabile autorizzazione scritta rilasciata dalla direzione medica del presidio ospedaliero, a cui spetta la valutazione delle condizioni cliniche del paziente, la verifica delle condizioni logistiche della stanza e l’acquisizione del consenso verbale degli altri pazienti. Nel caso di paziente allettato, l’avvicinamento dell’animale deve avvenire dal lato libero da dispositivi medici, evitando anche l’avvicinamento ad altri pazienti o visitatori. Per quanto riguarda i cani, è necessario che abbia museruola e guinzaglio lungo non più di 1,5 metri. I gatti invece devono essere trasportati negli appositi trasportini, puliti e spazzolati.
“Per una persona ospite in una residenza sociosanitaria o per un paziente in ospedale – aggiunge l’assessore Viale – partecipare a un progetto di pet therapy oppure trascorrere qualche ora con il proprio animale domestico, che è un compagno di vita, determina senza dubbio un beneficio, nell’ambito di un percorso di cura o assistenza. È tuttavia importante sottolineare che queste situazioni vanno gestite con regole precise e che la pet therapy è un’attività seria svolta da professionisti. Quello di cui parliamo oggi – conclude – non ha nulla a che vedere con la presenza di animali randagi o fuori da ogni controllo all’interno o in prossimità di strutture sanitarie: questo non può essere consentito un alcun modo, a tutela della salute dei pazienti e degli operatori”.
Quanto avvenuto all’ospedale Sant’Andrea, dunque, non sembrerebbe – a parere di molti sui social – proprio “in linea” con quanto previsto nel testo diffuso e, nella eventualità sara facile accertarlo attraverso la documentazione presentata.