Rivarolo container MigrantiGenova – Anche la Procura della Repubblica vuole approfondire le verifiche sul “caso” dei Migranti nei container a Rivarolo e sul progetto di avviare il progetto sull’area di proprietà di una collaboratrice dell’assessore alle Politiche Sociali, Lorenza Rosso.
L’indagine è stata aperta dal procuratore capo Piacente ed intende chiarire i vari passaggi che hanno portato ad individuare l’area e i rapporti intercorsi tra i soggetti interessati.
Al momento non risulterebbero indagati e il fascicolo non ha nominativi iscritti ma la situazione potrebbe mutare nelle prossime ore anche perché si tratterebbe di “atti dovuti” nel caso ci siano persone interessate da atti per i quali occorre la nomina di un avvocato difensore e la possibilità di nominare tecnici di parte “a garanzia”. Dinamiche previste nella Giustizia italiana e che non indicano la colpevolezza dell’interessato.
L’indagine parte dopo giorni di scontro politico tra Maggioranza e Opposizione la scoperta che il terreno su cui si progettava di installare un campo provvisorio per minori non accompagnati – nei container che avevano già fatto scattare altre polemiche – apparteneva ad una collaboratrice dell’assessore responsabile dell’operazione.
Un “conflitto di interessi” potenziale che aveva spinto lo stesso sindaco Bucci ad affermare che l’area non sarebbe stata interessata da alcun progetto del Comune.
La collaboratrice dell’assessore Rosso si è dimessa ma l’Opposizione ha chiesto che anche quest’ultima rassegnasse le dimissioni perché accusata, tra le altre cose, di aver “nascosto” informazioni al Consiglio comunale e di aver mentito quando affermava di non sapere i dettagli dell’operazione.
L’indagine della Procura, invece, è stata aperta per verificare se siano stati commessi – o meno – illeciti di natura amministrativa o nei rapporti tra Comune e proprietà dell’area.