Genova – Un appello alle Scuole e agli insegnanti con coscienza ambientalista a non partecipare al Festival della Scienza. A lanciarlo diverse associazioni del mondo animalista e di difesa dell’Ambiente come Gaia Animali e Ambiente, Animalisti Genovesi e Lav che criticano duramente gli organizzatori per la decisione di ospitare laboratori sponsorizzati da aziende a loro parere non eco-sostenibili e che promuovono scelte contrarie alla corretta alimentazione.
E’ durissimo l’attacco sferrato dagli Ambientalisti al Festival della Scienza presentato oggi a Genova e diverse associazioni si domandano quale sia il senso di “aprire” alla filiera della carne e al “mercato dei salumi”.
“Nel programma del prossimo Festival della Scienza di Genova – accusano le associazioni ambientaliste – sono incredibilmente presenti laboratori ed eventi sulla promozione dei salumi, destinatari ragazzi sopra gli 11 anni. Mentre sul sito internet del Festival si legge che verrà lasciato”.. uno spazio particolarmente ampio dedicato alla sostenibilità” e che ovviamente si svolgono “eventi di diffusione della cultura scientifica”, ci domandiamo come sia possibile accettare ancora come sponsor l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani che è sostenuto da alcune delle aziende più note nel settore degli insaccati”.
In particolare, a suscitare lo sdegno degli ambientalisti sono i laboratori “Del maiale non si butta via niente” e l’evento “Sfida all’ultima fetta”, destinati ai ragazzi dagli 11 anni.
“Faranno promozione di un prodotto derivante dalla filiera della carne – accusano gli animalisti – quindi da una zootecnia industriale notoriamente altamente inquinante, prodotto definito dannoso per la salute da numerosi autorevoli studi, oltre che derivare dalla sofferenza di milioni di animali costretti nella gabbie degli allevamenti. Questo ultimo lato oscuro della filiera non sarà certo affrontato con i ragazzi visto che l’Istituto nel suo Manifesto dei valori non spende una parola sul benessere animale”.
Secondo la denuncia, “la Scienza avvisa che gli allevamenti intensivi da cui derivano anche i salumi, sono causa di: emissione di gas serra per il 14,5% a livello globale (dati FAO), emissioni di particolato PM 2,5 per il 15% e di ammoniaca per il 76% a livello nazionale (dati Ispra), consumo di 2422 miliardi di metri cubi l’anno di acqua, una quota che rappresenta circa un quarto dell’impronta idrica globale (UNESCO-IHE Institute for Water Education), sono causa di rischio di zoonosi, antibiotico resistenza, inquinamento ambientale e idrico, enorme consumo di terre (ISDE – Associazione Medici per l’Ambiente)”
Inoltre tali prodotti sono contrari ad una salutare alimentazione, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS (IARC) ha definito le carni rosse lavorate, come i salumi, “sicuramente cancerogene”: bastano 50 grammi di affettati al giorno o una bistecca alla settimana per superare la soglia di rischio.
Rispetto all’aspetto etico ricordiamo che solo in Italia ci sono circa 31 mila allevamenti di suini che uccidono ogni anno più di 10 milioni di animali, molte recenti inchieste hanno svelato, attraverso immagini inconfutabili, numerosi abusi e molte aziende sono state denunciate per maltrattamento di animali e per altre irregolarità rispetto alle Direttive europee che ci fanno anche rischiare una procedura di infrazione da parte di Bruxelles.
Sulla base di questi fatti le associazioni GAIA Animali e Ambiente, LAV e il gruppo ANIMALISTI GENOVESI hanno scritto alle scuole secondarie di primo grado genovesi invitando a non partecipare questi eventi non scientifici curati l’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani, ma scegliere altri laboratori in cui si possano apprendere i misteri della fisica, della natura o la vita degli animali liberi.
Del maiale di deve salvare la vita dalle sofferenze degli allevamenti e informare correttamente sulle sue esigenze etologiche di essere senziente.