Genova – Nessun ritardo nei tempi di esecuzione dei lavori e nessuna risposta sull’autore del clamoroso errore di progettazione che ha comportato lo stop forzato del cantiere di Caricamento.
E’ quanto emerge dalla riunione odierna del consiglio comunale, nella sala rossa di Palazzo Tursi, sede del Comune.
Su richiesta della consigliera Cristina Lodi, rappresentante di Azione, l’assessore Mauro Avvenente ha risposto all’interpellanza per conoscere i dettagli del fermo del cantiere a fronte del ritrovamento – ampiamente risaputo – di resti archeologici nel cantiere per il rifacimento di piazza Caricamento.
Se l’assessore ha omesso di rispondere a Lodi sul “chi” abbia compiuto l’errore, ha invece precisato che non ci saranno ritardi nei lavori perché il progetto verrà modificato in corsa e il confronto sui particolari con la Sovrintendenza è già avvenuto.
Nei giorni scorsi il cantiere per il restyling di piazza Caricamento è stato aperto e subito bloccato perché, negli scavi erano emersi i resti storici di alcune costruzioni.
La notizia era stata commentata duramente dall’associazione Italia Nostra che non credeva possibile che il responsabile della progettazione non sapesse del sottosuolo storico di Genova ma, soprattutto, che ignorasse il fatto che, già con le Colombiane del 1992, era emersa una serie di presenze archeologiche nell’area interessata dal progetto.
La consigliera Lodi ha domandato anche “chi paga” ovvero a carico di chi vadano i costi per ovviare a quanto avvenuto ma Avvenente, nel suo ruolo di assessore, ha chiarito che l’unico punto di “distanza” tra Soprintendenza e Comune, è stata la scelta della copertura del manto stradale della piazza.
Per il progettista si potevano usare mattonelle in cemento mentre la Soprintendenza ha chiesto e ottenuto che venisse stesa la stessa precedente pavimentazione in pietra.
Nella foto risalente ai primi anni 90 si vedono i resti archeologici già trovati e catalogati