Guardia di Finanza SavonaSavona – Prendevano il reddito di cittadinanza senza averne diritto e ora sono stati scoperti e denunciati dalla Guardia di Finanza e dovranno restituire quanto percepito indebitamente. Sono 16 le persone scoperte nell’ultimo periodo, con le Fiamme Gialle che hanno
analizzato la posizione dei percettori attraverso l’utilizzo delle banche dati e scoprendo indebiti incassi per oltre 109mila euro.
In particolare, sono state individuate 12 persone che avevano dichiarato, mentendo, di aver risieduto in Italia da almeno 10 anni. In particolare, la Compagnia di Albenga ha accertato che una donna avrebbe presentato due istanze nelle quali, entrambe le volte, avrebbe falsamente dichiarato di aver risieduto in Italia negli ultimi 10 anni.
Allo scadere della seconda istanza, è stato poi il marito ad avanzare una ulteriore richiesta di sussidio, nonostante anch’esso, cittadino iscritto all’AIRE, residente all’estero fino al 2015, fosse privo del requisito della residenza continuativa in Italia negli ultimi 10 anni.
Sono state, altresì, scoperte due commesse che lavoravano “in nero” in due distinte attività commerciali, percependo contemporaneamente il reddito di cittadinanza.
In un caso è stata, individuata una 33enne di Savona, che lavorava “in nero” presso un esercizio commerciale ubicato in provincia, la quale dai controlli effettuati in materia di sommerso da lavoro, è risultata non in regola con le posizioni contributive ed
assistenziali.
Poiché all’atto del controllo, il datore di lavoro aveva dichiarato che la commessa fosse la sua compagna e quindi una collaboratrice familiare, sono stati effettuati ulteriori accertamenti, dai quali è emerso che la medesima, seppur convivente, percepiva il reddito di cittadinanza, avendo posto fittiziamente la propria residenza in un altro civico, al fine di non far confluire nel nucleo familiare il suo convivente.
Inoltre, è stato individuato un soggetto che aveva comunicato all’I.N.P.S. una composizione strumentale del proprio nucleo familiare, al fine di ottenere i benefici del reddito di cittadinanza, oltre ad una persona percettrice del particolare emolumento, pur se condannata per furto, con sentenza passata in giudicato, quindi priva dei requisiti.
Ulteriori accertamenti hanno, altresì evidenziato che la stessa persona, al momento della presentazione della domanda per la concessione del reddito di cittadinanza, aveva omesso di dichiarare che una componente del proprio nucleo familiare era in stato di detenzione.
Tali irregolarità sono state segnalate all’A.G e, attualmente, i procedimenti sono nella fase delle indagini preliminari ed i provvedimenti finora adottati non implicano la responsabilità degli indagati, non essendo stata assunta alcuna decisione di merito definitiva sulla responsabilità delle persone sottoposta ad indagini.