Acciaierie d'Italia ex Ilva GenovaGenova – Sono riuniti in assemblea da questa mattina alle 8, davanti ai cancelli di Acciaierie di Cornigliano, ex Ilva, i lavoratori che attendono che venga chiarito il futuro di Acciaierie Italiane dopo l’uscita di Arcelor Mittal dalla compagine societaria dopo una lunga vertenza legale, sindacale ed economico-amministrativa.
Mentre si fa sempre più largo la convinzione di aver solo perso molto tempo (e denaro pubblico) per far ripartire l’azienda, oggi nel capoluogo ligure sono in arrivo il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso e i tre commissari nominati per gestire la situazione sino all’ingresso di un nuovo socio.
Prevista una visita dello stabilimento con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci per poi trasferirsi in Prefettura per gli incontri con sindacati e istituzioni locali.
Sul tavolo c’è la ricerca dei fondi necessari a “ripartire” e quantomeno mantenere in funzione gli apparati produttivi per seguire la strada della salvaguardia delle produzioni nazionali di fronte ad un mercato dell’acciaio che è sempre più competitivo e dove la produzione estera è sempre più forte e competitiva quantomeno per i prezzi.
Dai rumors sembra sia necessario reperire circa un miliardo e mezzo di fondi. Una cifra stratosferica in un momento di crisi economia del Paese e con la probabilità che il nuovo socio – chiunque esso sia – non abbia nessuna intenzione di finanziare l’operazione e preferisca attendere che sia lo Stato italiano a “spendere”.
Il timore, ancora una volta, è che l’operazione di ingresso di soci stranieri, magari già operativi nel settore della produzione dell’acciaio, serva al socio entrante solo per tutelare i propri interessi magari a scapito di un competitor come è Acciaierie Italiane in questo momento.