Genova – Ancora una aggressione ai danni del personale dell’ospedale Galliera, ieri sera, con tre persone ferite per la reazione violenta di una giovane donna che, stanca di aspettare il proprio turno, ha iniziato ad inveire contro un’assistente e poi l’ha colpita con pugni e schiaffi per poi fare altrettanto con due inservienti intervenuti per calmare gli animi.
La donna è stata denunciata dai carabinieri ed ancora una volta salta agli onori della cronaca un episodio di violenza legato ai pronto soccorso degli ospedali.
In assenza di prove scientifiche di una improvvisa epidemia di “aggressività”, però, andrebbero verificate anche le condizioni in cui si verificano i casi che, se non possono certo essere giustificati o tollerati, possono essere compresi nei loro fattori scatenanti per cercare di non limitare la risposta delle istituzioni ad una repressione del gesto inqualificabile.
Attendere ore ed ore, doloranti e in condizioni di disagio, infatti, non giustifica di certo l’uso della violenza ma può spiegare una impennata di episodi che prima non si registrava.
Sull’episodio interviene la Uil Fpl Liguria
“Ancora una volta – scrive il sindacato – dobbiamo purtroppo segnalare un episodio di violenza nei confronti del personale sanitario. A subire l’aggressione, questa volta, sono stati gli operatori del pronto soccorso dell’Ospedale Galliera. I rischi maggiori coinvolgono evidentemente il personale più esposto dei pronto soccorso, ma il deprecabile fenomeno, in continua ascesa, riguarda anche il personale dei reparti e dei servizi, spesso insultato e minacciato da utenti e parenti. A fare notizia sono ovviamente le violenze fisiche ma a colpire i colleghi sono anche le continue violenze verbali e psicologiche che oggi vedono coinvolti 1 operatore su 3. Almeno l’80% dei lavoratori della sanità, di questi il 90% donne, hanno assistito o subito una aggressione. Dati spaventosi e preoccupanti che descrivono una assoluta mancanza di misure di contrasto”.
“La Uil Fpl Liguria e la Uil Fpl Genova – prosegue la nota – si schierano a fianco dei colleghi, manifestando loro vicinanza e solidarietà. Non è possibile che durante la propria attività lavorativa di cura e assistenza si possa essere vittime di violenze, fenomeno che inevitabilmente rallenta o interrompe addirittura il pubblico servizio con gravi e pericolose conseguenze anche per l’utenza e per chi ha bisogno di assistenza sanitaria.
Il personale sanitario merita rispetto per il fondamentale servizio che quotidianamente garantisce con grande senso di responsabilità, competenza e professionalità nonostante carichi di lavoro insostenibili, limiti strutturali e soprattutto cronica carenza di personale. Pertanto, proseguendo nel nostro impegno in materia di salute e sicurezza, come dimostra la campagna “zero morti sul lavoro”, iniziativa nazionale di denuncia e contrasto agli infortuni sul lavoro promossa dalla confederazione Uil, chiediamo a istituzioni e Direzioni Aziendali di affrontare seriamente e concretamente la problematica, attivando tutti quei provvedimenti utili a contrastare gli episodi, come il ripristino dei posti di polizia o il continuo presidio nei luoghi più a rischio anche attraverso l’utilizzo 24 ore su 24 di personale adeguatamente formato e autorizzato ad intervenire. Non possiamo lasciare gli interventi alla buona volontà delle Direzioni Aziendali, ma sono necessari soluzioni strutturali e uniformi su tutto il territorio per garantire sicurezza ai lavoratori del servizio sanitario regionale. Da troppo tempo chiediamo a Regione di affrontare seriamente il problema, senza ricevere né la giusta attenzione né il giusto impegno nel ricercare soluzioni adeguate”.