Genova – Aveva ramificazioni nel capoluogo ligure e in Calabria ma anche basi fisse in Colombia, in Venezuela e a Panama l’organizzazione criminale scoperta e sgominata dai carabinieri del Ros insieme alle polizie internazionali di mezza europa.
Ben 22 gli arresti con l’accusa di aver messo in piedi una banda specializzata nel narco-traffico di cocaina ma anche nel traffico di armi.
Nelle prime ore della mattinata odierna, il Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di Genova, Como e Reggio Calabria, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica, della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di ventidue persone.
La banda era composta da italiani, albanesi, dominicani e colombiani e importava dall’America Latina ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, grazie alla collaborazione di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi.
La banda riusciva anche ad offrire il recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), variabile, ma aggirantesi attorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico presso il porto.
Al vertice un italiano Gabriele Puleo che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7.10.2015 a seguito del sequestro di un rilevante quantitativo di cocaina, (mentre cercava di recuperare un carico di 147 chili di cocaina, in concorso con il latitante Giuseppe Bellocco. Il boss pur essendo detenuto in carcere riusciva a comunicare con gli altri associati (tra questi Marco Cuoco, Vincenzo Puleo) per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.
Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava di consegnare il denaro a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti.
Agli indagati vengono contestati nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama per circa 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro e 38 episodi di detenzione e cessione di droga.
le condotte erano compiute in autonomia sia da appartenenti
Contestata anche la detenzione di armi come pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni del più noto AK-47 (Kalašnikov) e,ancora pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65
I reati contestati sono stati commessi in un arco temporale da settembre 2014 a dicembre 2022.
L’indagine ha beneficiato del prezioso contributo informativo di Europol, che ha tempestivamente veicolato le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi SkyEcc, della preziosa collaborazione di Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EncroChat e SkyEcc.
Su richiesta della DDA sono stati sequestrati alcuni beni riconducibili all’indagato Cuoco ed in particolare quote nominali di una società, una polizza assicurativa, due veicoli, un conto corrente ed un anello in oro bianco con diamante.
Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale documentale, dispositivi informatici, armi bianche ed una pistola semiautomatica.