striscioni Genoa al FerrarisGenova – Non sono bastate le “prove di pace” tra le tifoserie di Genoa e Sampdoria dopo le giornate di follia che hanno seminato il panico (e i danni) in città per gli scontri tra le tifoserie. Proprio quando sui Media si iniziava a parlare di segnali incoraggianti ecco che allo stadio Ferraris dove dovrebbe regnare la sicurezza e il controllo assoluto, i tifosi del Genoa hanno potuto srotolare ed esibire senza alcun intervento delle forze dell’ordine e neppure del personale addetto alla sicurezza esterna e senza alcun richiamo ufficiale da parte della Società, tre lunghi striscioni che hanno composto un messaggio che torna a gettare benzina sulle preoccupazioni dei genovesi e che fa innalzare al massimo il livello di emergenza e tensione tra le forze dell’ordine.
“5-5-2024 – si leggeva sugli striscioni – che sia ben chiaro a tutti, delle vostre schifezze ne pagherete le conseguenze. Non hai difeso il tuo club perché non sei ultras ma solo spazzatura, niente tregua e nessuna paura. Se un giorno vi decidete diteci dove e quando volete”.
Una vera e propria dichiarazione di guerra, un annuncio diretto di prossime violenze ed una sfida alle forze dell’ordine come non se ne vedeva da anni e nessuno ne sentiva la mancanza.
Frasi gravissime che devono far pensare che, in città, in qualunque momento, in qualunque luogo, potrebbe scoppiare il finimondo nel caso la tifoseria blucerchiata – o per meglio dire la parte più estremista e violenta dei supporter delle due squadre cittadine, decidessero di “fare i conti”.
Un crescendo di sfide e provocazioni che nessuno è stato in grado di “leggere” come i muri, le piazze, gli arredi dipinti con i colori delle due squadre, quasi a voler sottolineare l’appartenenza di zone e quartieri a questa o a quella fazione che ha spinto ad esempio agli scontri in piazza Alimonda con le pagine Facebook di una parte che annunciavano una “caccia” al tifoso in quella zona per il solo fatto di avere con sè i segni dell’altra squadra (sciarpe o magliette). Una scintilla che ha portato al raggruppamento di teppisti travestiti da tifosi, più inclini al menar le mani che a supportare la loro squadra, per risse e scontri di piazza che si sono sopiti solo all’arrivo delle forze dell’ordine.
Una scena che è poi proseguita con l’assalto al club della Samp di piazzale Adriatico, ancora “raccontata” sui social come “zona blucerchiata” e dove i teppisti hanno fatto irruzione distruggendo ogni cosa e tentando di dar fuoco ai locali.
Ed infine l’aggressione a due tifosi del Genoa nel bel mezzo di un locale gremito di persone che nulla hanno a che vedere con il Calcio e il ferimento con un coltello di uno dei contendenti.
Resta da capire come sia possibile che in uno stadio che si dice “sorvegliatissimo” si possano introdurre striscioni di minaccia di quella portata e dimensione, chi abbia fallito la sua missione di garantire la sicurezza dello stadio e della stragrande maggioranza dei tifosi che nulla ha a che spartire con questo clima di violenza e se qualcuno – ad iniziare dalle stesse Società – abbia interesse o la volontà di gettare acqua su questa brace che cova sotto la cenere e che rischia di trasformarsi in un incendio con danni che, come al solito, pagherà la collettività.
Vedremo nei prossimi giorni se ci si può far beffe delle forze dell’ordine in uno stadio e se qualcuno vorrà dimostrare che il Calcio non è violenza ma Sport e che chi pensa che la città appartenga a questo o quel “colore” non è un tifoso ma solo un poveretto con seri problemi di socializzazione.
Appena circolata la notizia delle “minacce” in molti, sotto i post sui social hanno ironizzato sottolineando che, nel caso, l’appuntamento potrebbero darselo al monte Fasce o comunque ben lontano da dove vivono le persone “sane e civilizzate”.