Genova – Una strada bloccata in modo “artigianale”, con bidoni della spazzatura, e un quartiere ancora una volta ostaggio di pochi per una partita di pallone. Tornano ad infiammarsi le proteste e le polemiche sullo stadio Ferraris e sul “curioso” modo di gestire l’ordine pubblico in città.
A pochi giorni dalla condanna di 5 operai di Ansaldo Energia per “blocco stradale” durante i cortei organizzati dai sindacati per la salvaguardia dei posti di lavoro, “stride” la decisione di tollerare che gruppi più o meno organizzati di cittadini – interessati ad una partita di pallone – possano bloccare impunemente il traffico di una parte di un quartiere popoloso come quello di Marassi e con persone che lavorano per “seguire la loro squadra” nella pretesa (e fraintesa) convinzione che parti della città possano “appartenere” a questa o quella tifoseria.
E così ieri, in via del Piano, in vista di un incontro di pallone, sono arrivate forze dell’ordine in gran numero – forse nel timore di una recrudescenza degli scontri con altre tifoserie – ma si è permesso che qualcuno mettesse in fila i bidoni della spazzatura a bloccare il passaggio nelle vie attorno allo stadio Ferraris.
Una scelta di cui il quartiere chiede conto considerando che, ad ogni partita, la zona subisce disagi e paga un prezzo inaccettabile al divertimento di pochi.
Strade bloccate, persone che per entrare e uscire di casa devono mostrare i documenti di identità e persone disabili che non possono posteggiare perché i parcheggi a loro assegnati divengono “di proprietà” di incivili che dimenticano (ammesso le abbiano mai imparate) le regole della convivenza civile, ed il tutto nell’impunità totale.
I residenti della zona chiedono da tempo più controlli, più sanzioni e soprattutto che vengano ripresi e portati ad esito i progetti per lo spostamento dello Stadio in zone con minor impatto sulla consueta vita delle persone.
Nato in un’epoca in cui si giocava solo ed esclusivamente alla domenica, lo stadio Ferraris interferisce in modo insostenibile con la vita di Marassi e soprattutto con partite che si giocano in giorni infra settimanali e a qualunque orario costringendo la popolazione a subire disagi per una parte minoritaria di appassionati sportivi.