Genova – Avrebbe abusato per anni di un chierichetto e di altri minori offrendo in cambio ricariche postepay e regali costosi. Un prete con l’incarico di preside in una scuola cattolica e coordinatore di una associazioni di scuole religiose è finito al centro di una delicata indagine su presunti abusi sessuali e violenze di cui sarebbero stati vittima ragazzini di 12-13 anni avvicinati con la promessa di costosi regali e offerte di denaro.
A rivelare la vicenda – nell’edizione in edicola questa mattina – il quotidiano genovese Il Secolo XIX che pubblica un lungo resoconto delle indagini condotte dai carabinieri di Genova a seguito della denuncia dei genitori di un ragazzino che, insospettiti dall’anomala disponibilità di denaro e di capi di abbigliamento di griffe di lusso, hanno scoperto che il figlio veniva irretito da anni dal prete che ne abusava offrendo in cambio regali e denaro.
Attenzioni particolari che il prete, che ricopre un importante incarico in una scuola religiosa e nell’associazione che le raduna e rappresenta, avrebbe rivolto ad almeno altri due ragazzini.
I racconti della principale delle vittime – oggi 16enne – sono agghiaccianti ed esiste la possibilità che, proprio per il ruolo di educatore svolto dal prete, siano molte altre le vittime. Le forze dell’ordine invitano eventuali altri abusati a farsi avanti e chi è a conoscenza di episodi e fatti collegati a riferirne anche in forma anonima.
Per anni il prete avrebbe compiuto abusi e violenze a danno del chierichetto e i genitori del ragazzo avrebbero scoperto pagamenti per migliaia di euro oltre a regali costosi, capi di abbigliamento di lusso e sigarette elettroniche di cui il prete aveva grande disponibilità, tutta da verificare.
L’abusatore non è però finito in carcere ma sarebbe in “isolamento” in una struttura religiosa nel levante genovese e per questo protestano le associazioni delle vittime di abusi da parte di religiosi che chiedono come mai, persone con tali gravi accuse ma che ricoprono ruoli nella Chiesa cattolica, non vengano condotti in carcere come “gli altri”.
Il pericolo non è solo quello di reiterare i reati ma anche quello, molto concreto come si legge nei resoconti di associazioni che si occupano di abusi da parte di religiosi, che si riescano a nascondere le reali responsabilità.
Il caso ha risvegliato alla memoria la triste vicenda di don Seppia, accusato di abusi a Sestri Ponente