Stadio Ferraris Genova MarassiGenova – Ha deciso di passare il sabato sera allo stadio di Marassi in compagnia del figlioletto di appena 4 anni, tifoso dell’Inter, ed ha dovuto subire insulti, minacce e ogni genere di parolaccia.
Si sfoga sui social il padre che ieri sera ha vissuto con il piccolo – che entrava per la prima volta allo Stadio – un’esperienza che di sportivo non ha davvero nulla e che dovrebbe far riflettere chi si ostina a considerare gli stadi luoghi adatti ai minori.
Il padre ha infatti deciso di trascorrere qualche ora con il figlio di appena 4 anni, tifoso interista, allo stadio Ferraris di Marassi e per farlo in un ambiente che pensava “adatto”, ha acquistato i biglietti dei “distinti” cercando di evitare le zone “più calde” della tifoseria.
Dalla loro postazione, padre e figlio seguono la partita, festeggiando per la propria squadra ma anche, sportivamente, quando a segnare era il Genoa.
Un bell’insegnamento, da parte del papà che desiderava per il piccolo un’atmosfera pacifica e divertente.
Quando l’Inter è passato in vantaggio e, ovviamente, i due hanno festeggiato, però, improvvisamente sono stati circondati da persone che hanno gridato insulti, minacce ed ogni genere di parolaccia nei confronti del padre e del piccolo che si è chiaramente spaventato.
Nel lungo post pubblicato sui social, il padre si domanda se quelle persone avessero a loro volta dei bambini e se sarebbero contenti che venisse loro riservato un simile trattamento.
L’episodio, documentato da foto e video, ha riacceso le polemiche e la discussione sulla opportunità di far assistere alle partite minori e bambini in particolare non potendo garantire la buona condotta delle persone che vi partecipano.
Gli stadi, nonostante si tenti di dire il contrario, non sono luoghi adatti a persone che stanno crescendo, formando il proprio carattere. Raramente gli stadi sono luoghi di educazione al rispetto e questo deve far riflettere.
O si riesce a insegnare ai tifosi (tutti) che la partita è uno spettacolo e non l’occasione per sfogare i più bassi istinti, persino arrivando a minacciare un bambino solo perché tifoso avversario o si rende necessario vietarne la frequentazione a chi potrebbe esserne influenzato negativamente.