Genova – Un secco e chiaro pronunciamento pre-elettorale sulla possibilità di cancellare la legge regionale che ha modificato le distanze minime dagli argini dei torrenti per costruire. Lo schiederà il Comitato No Skymetro ai candidati alle prossime elezioni regionali per sgomberare il campo sui “pareri” circa la sicurezza dei cittadini e la possibilità di accorciare i limiti posti dalle leggi precedenti alle costruzioni troppo vicine agli alvei di tutti i corsi d’acqua.
“Ai candidati noi chiediamo una cosa – spiegano al Comitato – Potreste esprimervi chiaramente sullo Skymetro?
E potreste (chi è eletto) fare un passo indietro sulla “leggina” che permette di costruire più vicino di 10 metri nell’alveo? Basterebbe questo per rientrare nei criteri nazionali di tutela.. e per fermare lo Skymetro che, evidentemente, non li rispetta”.
Mentre si avvicinano le elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale che si dovrebbero svolgere a fine Ottobre (o metà Novembre) i comitati che si oppongono alla costruzione dello skymetro (proponendo alternative come il tram) si mobilitano per chiedere che i candidati – al di là del nome scelto – si pronunci chiaramente a favore o contro al progetto e che, se eletto, sia favorevole o meno alla cancellazione della legge regionale approvata di recente, che permette di costruire più vicino agli alvei dei corsi d’acqua e nelle aree esondabili e quindi a rischio alluvione
“Noi, come Comitato Opposizione Skymetro, su una cosa concreta vogliamo che si esprimano il prima possibile: siete favorevoli o contrari allo skymetro?
Va da se che tale dichiarazione non è il richiamo ad un particolarismo, come se tutto dipendesse dallo skymetro; siamo ben cosci che questa opera si inserisce in un quadro molto più vasto non solo per la mobilità ma anche per la vivibilità e l’attrattività dei territori e per la loro tutela ambientale più in generale.
Infatti, l’opera denominata “Skymetro – prolungamento della metropolitana in Val Bisagno” risulterebbe non realizzabile poiché in contrasto con le disposizioni regionali in materia di tutela delle aree di pertinenza dei corsi d’acqua in quanto il tracciato in progetto ricade, nella sua totalità, all’interno della fascia di inedificabilità assoluta di 10 metri definita ai sensi dell’Art. 4 comma 3 del Regolamento Regionale 3/2011, dove non sono ammessi interventi di nuova edificazione.
Per questo c’entra molto la Regione, perché l’amministrazione uscente ha fatto una “leggina” per andare in deroga alla norma generale e poter così autorizzare l’intervento.
Tale leggina è l’articolo 32 della Legge Regionale n° 17/2023, che rende
“ammissibili infrastrutture lineari strategiche di trasporto pubblico, situate in grandi centri urbani e finalizzate al miglioramento della mobilità urbana con contestuale riduzione del trasporto privato e delle emissioni, non altrimenti localizzabili, anche qualora ricadenti nelle fasce di tutela dei corsi d’acqua o interessanti aree del demanio idrico, previo accertamento che le aree interessate non risultino necessarie al ripristino del corretto deflusso del corso d’acqua, nel rispetto della pianificazione di bacino e delle condizioni di sicurezza idraulica per la piena di riferimento con adeguati franchi idraulici”.
Al di là dei giudizi sull’opportunità – che di fatto consente l’occupazione delle aree di pertinenza dei corsi d’acqua in modo permanente con nuove infrastrutture potenzialmente anche molto invasive – e sulla liceità (il Regolamento deriva da una norma nazionale) di una simile deroga, resta il fatto che se tale norma fosse abrogata lo skymetro non si potrebbe più fare.
Chiediamo pertanto a tutti i partiti:
– da una parte, a chi tale norma ha approvato, che cambino idea, perché con il Bisagno non si scherza (vedi video di Mario Tozzi).
– a chi si propone per sostituire gli attuali partiti che hanno amministrato (lo fanno promettendo un cambiamento netto e profondo) di confermare la contrarietà ed anche, chi lo ha fatto, di confermare il voto espresso in Consiglio Regionale giusto un anno fa (vedi articoli usciti).
In definitiva, chiediamo che i partiti e le singole persone che si vorranno candidare si impegnino fin da subito ad abrogare la leggina in deroga tra i primi atti del nuovo Consiglio. Entro fine anno auspichiamo che di skymetro non si parli più.
Ma non ci basta, ricordiamo che siamo anche il Comitato Valbisagno Sostenibile.
Per cui, chiediamo un secondo impegno.
Chiediamo che la nuova amministrazione regionale si attivi subito con il proponente (il Comune di Genova) e con il finanziatore (il Ministero delle Infrastrutture) per organizzare velocemente un vero Percorso di Partecipazione per ridare la parola alle persone e decidere insieme come utilizzare il finanziamento, per migliorare davvero la mobilità, la vivibilità e l’ambiente della Valbisagno.
Noi, come si sa, abbiamo proposto il tram e indicato un tracciato preciso, che non solo raggiunge gli obiettivi di dotare la vallata – fino a Prato – di un mezzo efficace per il trasporto pubblico ma anche che riqualifica grandemente gli spazi e migliora significativamente dal punto di vista urbanistico questa parte di città. In più, si darebbe un contributo importante alla lotta agli incidenti stradali e ai cambiamenti climatici in quanto si ottenendo la moderazione del traffico attraverso la riorganizzazione della viabilità senza la necessità di costruire nuove strade o rubare spazio al Bisagno restringendone gli argini.