Genova – Mezzi attrezzati per spruzzare e diffondere nell’aria potenti insetticidi che possono nuocere alla salute umana e degli animali e poca informazione per i residenti di Sturla.
Sono roventi le polemiche a seguito del trattamento di disinfestazione contro le zanzare tigre, effettuato questa mattina all’alba, nella zona di Sturla.
I camioncini delle ditte specializzate hanno percorso via dei Mille, via Vittorino Era, via Bottini, via del Bragone, via Tabarca e via Zoagli spruzzando un composto chimico in grado di “fulminare” le zanzare in volo ma molti residenti lo hanno scoperto svegliandosi con un forte odore in casa avendo dormito tranquillamente con le finestre aperte.
In molti poi non sono riusciti a mettere al sicuro cani e gatti ed altri animali custoditi o liberi nei giardini e ora protestano sui social per l’asserita inadeguata comunicazione.
L’intervento è proseguito dalle 5 alle 6 di questa mattina come prevenzione necessaria a ridurre ed eventualmente contenere la diffusione del virus West Nile essendo stato registrato un caso di contagio nella zona.
Il ricovero in ospedale di una persona risultata contagiata dal pericoloso virus ha fatto scattare i provvedimenti di “contenimento” della zanzara tigre, in grado di “prelevare” il virus da un soggetto malato per trasmetterlo ad un nuovo soggetto sano, infettandolo.
La presenza della zanzara tigre non è certo una novità per la città di Genova e i “focolai” di infestazione di questo pericoloso insetto sono ben noti eppure le campagne preventive sono ridotte al lumicino.
Gli esperti ripetono da tempo che è meglio intervenire su uova e larve piuttosto che sugli esemplari adulti che, volando, possono spostarsi e diffondersi ma evidentemente qualcosa impedisce la organizzazione e pianificazione di interventi incisivi e si preferisce operare “in emergenza” (comunque doverosa e prevista dai protocolli sanitari).
La zanzara tigre è ormai endemica nella zona di Quarto Alta e Bassa, in Valbisagno e perseguita chi ha la disavventura di entrare e stazionare nei parchi cittadini e, ancora di più nei cimiteri e forse potrebbe essere utile non limitare gli interventi ai soli possibili focolai di infezione, ma iniziare a programmare una prevenzione nei mesi primaverili quando le larve e le uova sono ancora nelle pozze d’acqua e non possono fuggire volando.