Genova – Potrà restare nella sua casa sino al 21 novembre ma poi, se non ci saranno altri accordi, dovrà andarsene e lasciare l’appartamento dove vive, gravemente malata, con la figlia che ha perso il lavoro per occuparsi di lei. Un passo avanti ma ancora nessuna soluzione definitiva per l’anziana pensionata di 90 anni che rischia di essere buttata fuori casa e per la quale si è mobilitato il sindacato degli inquilini Sunia, lo Spi Cgil, la Fiom e GenovaSolidale con un presidio davanti alla sua abitazione, in via Crocco, a Oregina, e con una trattativa con la proprietà ed il Comune.
E proprio grazie al fondo di garanzia per la morosità incolpevole la civica amministrazione, per tramite dell’assessore Piciocchi e della dirigente Rodi, dell’Ufficio Casa, la pensionata ha ottenuto una dilazione dello sfratto esecutivo sino al prossimo 21 novembre quando l’ufficiale giudiziario tornerà a bussare alla sua abitazione per chiederle di sgomberara casa.
hanno permesso di rinviare lo sfratto esecutivo al 21 novembre.
“Esiste certamente un diritto al credito che viene riconosciuto in Tribunale – spiegano al Sunia – ma esiste soprattutto un diritto alla salute e alla vita. Il Sunia insieme al sindacato e alle altre associazioni lotterà ogni qual volta uno sfratto produrrà un senzatetto, un rischio alla salute e alla vita. Lo sfratto per una famiglia è un dramma perché mette a nudo le difficoltà economiche, di lavoro e le speculazioni sul patrimonio abitativo, e se questo provoca un senzatetto noi non lo accettiamo”.
Il Sunia e le diverse associazioni che si occupano di tutelare gli inquilini chiedono da tempo un tavolo presso la Prefettura con le Amministrazioni pubbliche e le proprietà per affrontare prima le emergenze come quelle della donna di 90 anni.