Genova – Colpo di scena nelle indagini per la morte di Giovanni Battista Macciò, il portuale ex tassista travolto da una ralla che lo ha schiacciato contro un altro mezzo dello stesso tipo. La tragica notte, subito dopo l’incidente, un altro portuale dichiarò di essere alla guida del mezzo che ha provocato l’incidente mortale ma il tentativo di alterare il quadro probatorio è stato smascherato dai registri delle presenze all’interno del Terminal PSA di Pra’-Voltri che riportavano invece il nome di Patrizio Randazzo, oggi indagato, insieme ai vertici di PSA e al console della Compagnia Unica Antonio Benvenuti.
Gli inquirenti stanno cercando di capire perché il portuale cercò di addossarsi la colpa dell’incidente mortale e se vi fu il tentativo di “allontanare” dal vero autista del mezzo l’attenzione degli inquirenti.
Le eventualità oggetto di indagine sono la possibile positività del portuale all’uso di sostanze – l’uomo ha ammesso di aver consumato cannabinoidi nei giorni precedenti all’incidente ma è anche risultato “non alterato” agli esami di controllo, ma anche la possibilità, emersa dalle testimonianze, che tra i conducenti dei due mezzi pesanti ci sia stato un litigio che potrebbe spiegare l’eventualità che la manovra che ha portato all’incidente mortale non fosse “regolare”.
Le verifiche e gli interrogatori proseguono senza sosta e i vertici di PSA e della Compagnia Unica risultano indagati per consentire loro e ai loro avvocati di avere pieno accesso ai risultati delle indagini ma anche perché si stanno accertando eventuali responsabilità nel controllo dei lavoratori e sulla regolarità delle manovre effettuate per spostare i container.