Anche la Liguria dichiara guerra alle nutrie e parte dallo spezzino la campagna che mira a sterminarle. Il termine usato nelle carte ufficiali è “eradicazione” ma, in termini pratici significa che non ci saranno limiti al numero di animali abbattuti perché l’obiettivo è quello di farle sparire.
A coordinare le operazioni sarà il Parco di Montemarcello Magra che controllerà soprattutto gli abbattimenti nelle aree protette e le associazioni ambientaliste sono già in allerta perchè questo significa che si potrà forse sparare in zone dove di solito è vietato.
La guerra di sterminio alle nutrie verrà condotta con trappole ma anche – e secondo gli ambientalisti “soprattutto” – con i fucili fatto che sembra confermare il convincimento degli amanti della Natura che la battaglia anti nutrie abbia poco a che fare con la conservazione dell’ambiente e molto invece con le pressioni della lobby dei cacciatori, da sempre serbatoio di voti e sempre più in crisi con le prede locali e quindi probabilmente interessati a mettere altre creature nel mirino.
Il nuovo piando di controllo della Regione Liguria parla di «obiettivo auspicabile l’eradicazione» e la conferma che si sta per aprire uno sterminio è confermato dal fatto che «non sono previste limitazioni numeriche al prelievo (uccisione, ndr)».
Per rendere ancora più veloce e “semplice” la guerra alle nutrie si è previsto anche che sia possibile “interrarle direttamente, dopo averle uccise, massimo 10 al giorno per ettaro”.
Pratiche mai viste in Liguria per gli abbattimenti di animali.
Gli ambientalisti preparano la “risposta”, fatta di carte bollate e azioni di disturbo ma fanno anche notare che verranno spesi denari pubblici per corsi per sparare alle nutrie ai quali potranno partecipare i cacciatori, le guardie venatorie volontarie ma anche i proprietari o i conduttori dei terreni dove le nutrie sono presenti, sarà sufficiente avere il permesso di caccia.
Critiche anche per la possibilità di usare armi ad aria compressa che non richiedono porto d’armi e che armeranno ogni genere di persona, senza i controlli necessari per possedere un’arma da fuoco.
La guerra di sterminio contro le nutrie permetterà anche l’uso di gabbie trappola e l’uso di ogni modalità di uccisione “nel minor tempo possibile” come i contenitori a tenuta stagna dove chiudere gli animali ancora vivi per poi soffocarli tra atroci sofferenze, con i gas.
Ma la cosa che più preoccupa le associazioni animaliste è la possibilità di aprire ai “coadiutori al controllo”, di fatto dei cacciatori, la possibilità di sparare all’interno dei Parchi e delle aree protette. Prerogativa esclusiva del personale addetto alla vigilanza venatoria e alle guardie forestali.
Ma cosa hanno fatto di male le nutrie per finire nel mirino della Regione Liguria?
La nutria viene accusata di varie cose, in gran parte false e diffuse da leggende metropolitane e dall’ignoranza diffusa sull’argomento ma la “colpa” più grande di questi animali è soprattutto quella di scavare tane molto profonde nel terreno degli argini dei corsi d’acqua e c’è chi le collega al dissesto idro-geologico del nostro paese. Le nutrie, insomma, farebbero crollare gli argini dei fiumi. La serietà dell’accusa è scientificamente dimostrata dai dati che segnalano che il 94% del territorio italiano è interessato dal dissesto idrogeologico mentre le nutrie sono presenti solo in aree ridottissime dell’intera Italia.
Inoltre, da tempo, gli ambientalisti suggeriscono di catturare e sterilizzare le nutrie invece di sterminarle o di distribuire, nelle aree ove sono presenti, farmaci anti-fecondativi che impediscono la nascita di cuccioli. La naturale decrescita della popolazione non imporrebbe nessun uso di fucili e mezzi di sterminio.
Resta evidente che, laddove si salvassero alcune coppie di nutrie, a causa della loro capacità riproduttiva, tipica dei roditori, il numero tornerebbe a crescere velocemente riportando la situazione ai numeri iniziali.
Un pò di storia della nutria in Italia
L’animale è originario del Sud America ed è stato importato in Italia nel 1929 per essere allevato per la sua bella e morbida pelliccia. Sotto il nome di “castorino” si nasconde in realtà la pelliccia della Nutria. Sia a causa delle fughe dagli allevamenti che una “liberazione” massiccia quando il mercato è crollato, la nutria si è presto diffusa nelle aree degli allevamenti per poi intraprendere, come ogni animale “alieno”, la conquista del territorio che non prevede – a parte i lupi – predatori naturali.
Si è quindi realizzata la “naturalizzazione di nuclei popolativi auto riproduttivi con graduale espansione dell’areale distributivo e crescita demografica della specie su estese porzioni del territorio italiano – come recita il bando stesso – Lo stesso fenomeno si è verificato anche in diversi Paesi europei ed extra europei”.
Dove si trova la Nutria in Liguria:
Per quanto concerne la Liguria la situazione distributiva della nutria, risultante all’anno 2020, dà presente la specie nei bacini dei fiumi Magra (Sp), Bormida (Sv) e Scrivia (Ge).
La popolazione più consistente, nell’ordine alcune centinaia di individui, si trova nel bacino del fiume Magra, dall’area della confluenza con il fiume Vara fino alla foce, e nelle zone umide delle piane alluvionali circostanti il corso d’acqua.
LiguriaOggi.it aveva raccontato, tempo fa, della scoperta di una colonia di nutrie in Vallescrivia a Isola del Cantone.
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