vespa velutina albero nido via LodiGenova – Il nido di vespa killer velutina di via Lodi è ancora al suo posto, in cima ad un albero, a breve distanza dalla scuola elementare e media Lucarno dell’Istituto Comprensivo di Staglieno. Residenti e genitori degli studenti sono ancora preoccupati, oggi, sabato 18 gennaio 2025, e non comprendono i motivi del ritardo nella rimozione del nido segnalato lo scorso 10 dicembre.
Il nido si trova in un’area privata ma di facile accesso attraverso il piazzale della ditta Ricupoil i cui dipendenti sono stati tra i primi a segnalare la presenza del nido.
La vicinanza con una scuola avrebbe dovuto far scattare l’emergenza e l’intervento dei vigili del fuoco come avvenuto in altre occasioni, ad esempio a Chiavari, ma una serie di incredibili errori e pastoie burocratiche sta rendendo inutile l’intervento perché ormai il nido è a fine ciclo vitale e le Regine che sono nate nell’ultimo periodo si stanno disperdendo nell’ambiente e, al risveglio post invernale, fonderanno decine e decine di nuovi nidi con un grave aumento dell’emergenza dell’invasione dell’insetto alieno.
A seguito della segnalazione da parte di una persona residente nelle vicinanze, i volontari dell’associazione Amici delle Api hanno compiuto un sopralluogo avendo accesso al piazzale della ditta Recupoil che si è subito dimostrata molto sensibile al problema.
I volontari hanno verificato la presenza del nido e poi sono saliti a compiere rilievi fotografici dai terrazzi della zona. Il nido era ben presente a metà dicembre 2024 quando è stata fatta segnalazione anche all’apposito servizio gestito dall’ente Parco Naturale delle Alpi Liguri che ha ricevuto dalla Regione Liguria il compito di sovrintendere la “lotta” alla vespa velutina.
La notizia della presenza del nido è stata notificata all’unico volontario attivo nell’intera provincia di Genova e sono iniziati i contatti tra segnalatori e disinfestatore che, lo ricordiamo, oltre ad essere l’unico per tutta la provincia, dove le segnalazioni sono in continuo aumento, percepisce un rimborso spese di circa 50 euro per ogni nido distrutto, comprensive delle spese per gli spostamenti, delle sostanze e dei materiali usati e del “tempo libero” messo a disposizione della collettività.
A fine dicembre 2024 il nido era ancora al suo posto e il Municipio locale, chiamato in causa da alcuni post presenti nelle pagine social di Sei di Staglieno se, rispondeva, per tramite del presidente Uremassi, che la polizia locale si sarebbe recata sul posto, non avrebbe visto il nido e avrebbe suggerito la possibilità che i segnalatori avessero “scambiato un fungo per il nido di vespe”.
Risposta che, oltre a suscitare forti perplessità sul controllo effettuato, ha scatenato roventi discussioni sui social perché il nido era ben visibile e difficilmente scambiabile per “funghi”.
Un nido del diametro di una cinquantina di centimetri, di forma a goccia, attaccato ad un ramo di un albero e mostrato con foto sulle pagine di LiguriaOggi.it e sui social.
A rendere ancora più complessa la situazione anche la diffusione, tramite i canali di comunicazione con il Comune di Genova (SegnalaCi) di informazioni non corrette come l’invito a segnalare al sito “Stop velutina” che non è quello del Parco Naturale delle Alpi Liguri demandato dalla Regione Liguria. (immagine pubblicata sotto).
Con il passare delle settimane è cresciuto l’allarme soprattutto per le persone che abitano a ad una ventina di metri dal nido, per i dipendenti delle ditte vicine e naturalmente per gli studenti della scuola.
Secondo le ultime informazioni ai residenti viene risposto che l’intervento andrebbe fatto con una gru che dovrebbe entrare nel terreno di proprietà privata e per questo sarebbe in corso la identificazione della famiglia che ha recentemente acquistato il terreno.
A nulla è servito evidenziare che l’albero in questione affaccia su un piazzale asfaltato della Recupoil, perfettamente agibile e certamente a disposizione su richiesta.
Inoltre i segnalatori non comprendono perché, in presenza di una emergenza come quella di un insetto alieno, potenzialmente pericoloso per l’uomo e certamente per la biodiversità, oggetto di specifiche campagne di sterminio in tutte le zone interessate dalla diffusione, sia necessario attendere il “via libera” di un privato.
“Ci sembra – spiegano i residenti – come dire che, per spegnere un incendio, occorre il permesso dei proprietari di un piazzale per poter far arrivare i vigili del fuoco. Ci sembra strano che sia necessaria una autorizzazione per casi di emergenza e se così non fosse, gli amministratori dovrebbero preoccuparsene visto che le velutine difficilmente chiedono il permesso per costruire il nido in aree pubbliche o private”.
A fare infuriare i Cittadini alle prese con il nido anche la circostanza secondo cui sarebbe stato richiesto un nuovo sopralluogo invece di accettare per valida la testimonianza di chi abita sul posto ed è riconoscibile perché “ci ha sempre messo la faccia”.
“Se non crede alla nostra parola – spiegano – il presidente può venire qui e suonare ai citofoni dei palazzi attorno al cancello giallo di Ricupoil, o alla stessa azienda, e certamente gli apriranno e potrà verificare di persona se il nido c’è oppure no”.
Mentre si attende l’espletamento delle procedure burocratiche, infatti, il nido ha ormai quasi ultimato il ciclo vitale e sta disperdendo nell’ambiente decine e decine di Regine feconde che, superato l’inverno, fonderanno nuove colonie, moltiplicando e forse decuplicando, il problema e la diffusione del pericoloso insetto.
“Ci sembra di poter dire – spiegano all’associazione Amici delle Api – che le istituzioni stiamo sottostimando la gravità della situazione. La vespa velutina è un pericolo per la biodiversità e uccide gli insetti impollinatori come le api e non ha nemici naturali. Inoltre in Francia, dove è conosciuto come “frelon asiatique” è già responsabile di decessi non solo tra le persone allergiche ma anche tra gli escursionisti che hanno avuto la sfortuna di avvicinarsi troppo ai nidi, nelle loro passeggiate all’aperto. Ci sembra un campanello di allarme da non sottovalutare”.
A combattere la vespa velutina a Genova pare esserci solo un addetto, un volontario della Protezione Civile di Bogliasco. Una persona che ha un lavoro stabile nella pubblica amministrazione e che, quindi, non ha molto tempo libero da dedicare a questa lodevole funzione.
“Ci risulta – spiegano ancora gli Amici delle Api – che siano stati fatti corsi di addestramento finanziati dalla Regione Liguria e che ci sia almeno una decina di volontari pronti ad intervenire. Perché non sono ancora autorizzati? Cosa si sta aspettando?”.
Molti dei nidi già segnalati – una decina solo nell’area cittadina – hanno atteso o attendono ancora, l’intervento di neutralizzazione e questo significa che molti di essi hanno già liberato nell’ambiente decine e decine di nuove Regine pronte a fondare i prossimi nidi.
Senza contare che, per ogni nido avvistato, si calcola che ce ne siano altri 6/7 non visti e sui quali non si interverrà.
Facile immaginare cosa si rischia la prossima bella stagione, quando le Regine feconde, uscite dal letargo, costruiranno altrettanti nidi pronti a distruggere api e insetti fondamentali per l’agricoltura e ad attaccare – sino alle estreme conseguenze – le persone che dovessero avvicinarsi ai nidi.
Per questo motivo gli Amici delle Api chiedono che chi avvista un nido o una vespa velutina, segnali anche (in aggiunta) il ritrovamento alla loro pagina Facebook, alla loro email amicidelleapigenova@gmail.com o alla pagina appositamente attivata, sempre su Facebook dedicata alla Vespa velutina a Genova e Provincia.
“Una procedura – spiegano – che consente di tenere traccia pubblica e trasparente dei ritrovamenti perché da tempo denunciamo che chi scrive all’indirizzo ufficiale salasituazione@parconaturalealpiliguri.it, dopo un iniziale messaggio generico di trasferimento della segnalazione a chi interverrà per distruggere il nido, non riceve alcuna informazione sull’intervento e, di fatto, non sa se e quando il nido è stato neutralizzato”.
Gli altri nidi trovati nel 2024 a Genova sono:
1) Nido di Sestri Ponente – sotto un poggiolo tra le case – distrutto
2) Nido di via Struppa nel vivaio Aster – probabilmente distrutto
3) Nido di via Castagnola a Sturla – distrutto in modo non corretto
4) Nido di via Struppa 2 altezza civico 64 – non si hanno informazioni
5) Nido di via Mogadiscio a Sant’Eusebio – non ancora rimosso
6) Nido di piazza Fontane Marose – eliminato
7) Nido di viale Teano a Quarto – controlli in corso
8) Nido di via Antica Romana della Castagna a Quarto – ancora presente
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Sotto la risposta data ad un Cittadino che segnalava il nido al Comune di Genova
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