Brigate rosse, targa via Riboli omicidio Tuttobene e Casu carabinieriGenova ricorda il brutale assassinio del colonnello dei carabinieri Emanuele Tuttobene e dell’appuntato Antonino Casu, uccisi a colpi di pistola, nel 1980, in via Riboli nel quartiere di Albaro. L’attentato era stato rivendicato dalle Brigate Rosse.
Una cerimonia di commemorazione ha ricordato il sacrificio dei militari nel 45° anniversario della morte.
Durante la cerimonia è stata deposta una corona sotto la lapide, situata nel luogo del duplice omicidio.
Alla celebrazione erano presenti, tra gli altri, il presidente della Regione Liguria Marco Bucci, il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi, il Prefetto di Genova Cinzia Torraco, il questore di Genova Silvia Burdese, il Procuratore capo della Repubblica di Genova Nicola Piacente, la presidente della Corte di Appello di Genova Elisabetta Vidali, l’assessore alla Sicurezza del Comune di Genova Sergio Gambino, oltre ai rappresentanti dei familiari e delle Forze Armate.
Nel corso della cerimonia è intervenuta anche una rappresentanza degli studenti del liceo scientifico delle Immacolatine, che ha letto alcune riflessioni elaborate in aula sul tragico evento.
Quella dell’omicidio dei carabinieri Tuttobene e Casu è una delle tante pagine oscure del periodo degli Anni di Piombo a Genova.
Era il 25 gennaio del 1980 quando nella stretta crosa di via Riboli, ad Albaro, sono stati esplosi diversi colpi di pistola che hanno ucciso, intorno alle 13,15 il colonnello Emanuele Tuttobene e l’appuntato Antonino Casu che guidava la vettura crivellata di colpi.
L’ufficiale era andato a casa per una pausa di lavoro e viaggiava con il generale dell’Esercito Luigi Ramundo che rimase ferito ma non fu giustiziato dagli attentatori e riuscì a dare l’allarme.
Il colonnello Tuttobene era arrivato a Genova nel 1962 ricoprendo prima il ruolo di comandante della compagnia centrale e poi quello di responsabile delle operazioni di addestramento, raccolta informazioni e coordinamento.
Il brutale assassinio venne rivendicato dalla colonna delle Brigate Rosse “Francesco Berardi” che prendeva il nome dall’impiegato dell’Italsider che si era suicidato in carcere il 24 ottobre 1979 dopo essere stato arrestato a seguito della denuncia sporta contro di lui da Guido Rossa, il sindacalista della Cgil che venne trucidato a sua volta dalle Brigate Rosse, in circostanze mai chiarite del tutto.
Un volantino delle Brigate Rosse venne ritrovato e riportava la rivendicazione accusando il colonnello Tuttobene di essere “il comandante della struttura di spionaggio dei carabinieri … che lavorava in strettissimo rapporto con la NATO”.
Carabinieri Tuttobene Casu uccisi Genova 25 gennaio 1980
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