Savona – Arriverà nel porto intorno alle 18 la nave Life Support di Emergency che trasporta 146 migranti salvati in mare nel mar Mediterraneo. Il Governo centrale ha stabilito che quello di Savona è “il primo porto sicuro” e lì ha destinato la nave. A bordo viaggiano, in condizioni di emergenza, 146 persone. Tra loro 20 minorenni senza genitori e una donna incinta.
Alll’arrivo nel porto di Savona verranno visitati dai medici ed eventualmente curati e poi distribuiti nelle strutture di accoglienza.
Le persone sono state salvate dal naufragio delle loro imbarcazioni e hanno dovuto affrontare un ulteriore viaggio in condizioni non certo agevoli per la decisione del Governo italiano di “interpretare” la norma internazionale che decreta che le persone salvate in mare debbano essere trasferite al “primo porto sicuro”. La comunità internazionale ha sempre accettato che la definizione riguardasse i porti in grado di garantire la sicurezza dei naufraghi rispetto ad eventuali conflitti o persecuzioni e dove si trovino strutture mediche e sanitarie in grado di aiutarli e, ancora, che i porti siano “collegati” ad altre località anche solo per nave.
Una recente norma varata dal Governo Italiano ha invece decretato che sia una autorità governativa a stabilire la destinazione dei naufraghi consentendo la possibilità di decidere che una persona soccorsa in mare debba restare confinata a bordo della nave che l’ha salvata anche per giorni e per migliaia di miglia, prima di poter scendere a terra.
Per molti analisti una palese violazione dei diritti dei naufraghi (di qualunque nazionalità) ed un “prestesto” per allontanare le navi umanitarie dai luoghi dove si trovano per salvare vite umane.
La questione è oggetto di un duro confronto politico e legale.
Questa una parte del racconto del secondo salvataggio effettuato dalla Life Support.
“Quando l’imbarcazione si trovava a circa 200 metri dalla nostra nave – racconta Jonathan Naní La Terra, capomissione della Life Support – abbiamo visto che si trattava di una barca sovraffollata, con persone che chiedevano aiuto. Due persone alla guida dell’imbarcazione avevano il volto coperto. La nostra mediatrice culturale ha intimato in varie lingue alla barca di fermarsi, ma il guidatore ha ignorato le indicazioni e ha approcciato in modo pericoloso il fianco sinistro della Life Support, incitando i passeggeri a saltare sulla nostra nave. Le persone hanno cominciato a saltare per aggrapparsi alla nostra nave, mentre molte di loro cadevano in acqua”.
Sono stati lanciati salvagenti e dispositivi di galleggiamento di massa dal ponte di comando e calato il gommone di salvataggio, mentre i conducenti dell’imbarcazione si allontanavano con alcuni naufraghi a bordo.
La squadra di soccorritori ha recuperato le persone cadute in acqua, inclusa una persona priva di conoscenza, che è stata immediatamente presa in carico dal nostro team medico e che è stata evacuata con un elicottero della Guardia Costiera”
“Le persone soccorse – spiegano da Emergency – hanno subito traumi fisici a causa della manovra effettuata dall’imbarcazione che ha approcciato la Life Support. A quel trauma e a quelli subiti prima dell’imbarco, si aggiunge anche la sofferenza di altri giorni di navigazione verso il porto più lontano assegnato finora alla Life Support”.