Monterosso (La Spezia) – Non ce l’ha fatta la tartaruga Caretta caretta recuperato a venerdì scorso e arrivato nella stessa giornata all’Acquario di Genova. I veterinari del centro specializzato di Genova non sono riusciti a salvarle la vita.
L’animale, 40 kg di peso, 69 cm di lunghezza e 65 di larghezza, era in condizioni critiche ed era in prognosi riservata sotto stretta osservazione dello staff dell’Acquario.
La tartaruga è stata avvistata di fronte al paese vecchio di Monterosso in evidente difficoltà, segnalata dai bagnanti e recuperata grazie anche all’intervento della Polizia Municipale di Monterosso.
A momento del ritrovamento, è stata allertata la Capitaneria di Porto e sono intervenuti anche il Parco Nazionale delle Cinque Terre e i tecnici dell’Area Marina Protetta per il trasporto verso Genova.
La carcassa verrà ora presa in carico dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per gli esami autoptici che consentiranno di verificare la causa della morte.
Si ricorda che chiunque avvisti un esemplare in stato di difficoltà deve allertare immediatamente la Guardia Costiera – chiamando il numero 1530 o il 112 – che a sua volta contatta immediatamente gli esperti dell’Acquario di Genova, i quali valutano il caso e la necessità effettiva di intervento e danno indicazioni su come operare.
Nessuno è autorizzato a recuperare di propria iniziativa (anche se a fin di bene) le tartarughe prima di avere il nulla osta dalla Guardia Costiera. Si ricorda che la cattura delle tartarughe è vietata dalla legge, in quanto specie protetta dalla Convenzione CITES.
L’attività di pronto soccorso tartarughe di Acquario di Genova è svolta in accordo con i Carabinieri Servizio CITES, che coordinano a livello nazionale l’applicazione della Convenzione di Washington che tutela questi animali, e in collaborazione con la Guardia Costiera, nell’ambito delle attività previste dal Protocollo d’intesa vigente tra la Direzione Marittima della Liguria e l’Acquario che ha l’obiettivo di definire e gestire i principi di intervento in caso di segnalazione, avvistamento o ritrovamento di esemplari di fauna marina feriti o in difficoltà, oltre che nel comune intento di rilanciare, in ogni favorevole occasione, un messaggio di massima sensibilità ambientale per stimolare l’utente del mare ad un radicale cambiamento culturale proteso al massimo rispetto dell’ambiente marino.
Diverse sono le cause che portano al ricovero degli animali. Tra le principali: interferenze con le attività di pesca, reti fantasma in cui rimangono imprigionate, ami di palamiti nella cavità boccale o nel tratto digerente, reti a strascico e da posta, ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica scambiati per meduse che fanno parte della dieta naturale di questi rettili; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo, a volte letali; patologie debilitanti che provocano lo spiaggiamento dell’animale; sversamenti o presenza di petrolio.