Claro (Svizzera) – Un bollino da esporre in vetrina per certificare l’impiego di manodopera rigorosamente svizzera. Sta suscitando polemiche e proteste l’iniziativa del comune svizzero che ha lanciato un’iniziativa dal sapore razzista e discriminatorio.
Per “contrastare” il fenomeno dei lavoratori frontalieri – italiani che varcano il confine ogni giorno per lavorare in Svizzera – si è deciso di lanciare una sorta di “marchio di qualità” che segnala ai clienti di negozi e aziende che i lavoratori all’interno sono tutti rigorosamente cittadini elvetici.
L’iniziativa è stata “spiegata” con l’intento di abbattere la disoccupazione della zona (che non supera il 4% contro il 12 per cento italiano) e incentivare le attività ad assumere i giovani svizzeri che, a parità di impiego, costano di più per via dei salari più bassi assicurati dal cambio euro-franco svizzero e dal costo della vita decisamente più basso in Italia.
L’iniziativa, però, non è piaciuta ai lavoratori frontalieri e agli italiani che frequentano la zona come turisti.
Il bollino non riporta alcun riferimento diretto ai lavoratori italiani ma indica la percentuale di cittadini svizzeri che lavorano all’interno del locale.
Sulla Rete e sui Social network in molti suggeriscono di boicottare la Svizzera non acquistando prodotti made in Suisse ed evitando di fare turismo nel paese elvetico.