Palermo – Era il 15 gennaio 1993 quando il capomafia Antonio Riina, detto Totò ma anche ‘u curtu’ per la sua bassa statura e ‘la belva’ per la sua ferocia, venne catturato dal Crimor, la squadra speciale dei Ros guidata dal Capitano Ultimo.
Il “boss dei boss” di Cosa Nostra, latitante dal 1969, venne arrestato davanti alla sua villa in via Bernini 54 a Palermo, la residenza dove trascorse gli ultimi anni della sua latitanza insieme alla moglie Antonietta Bagarella e ai suoi figli.
E proprio qui, a questo indirizzo, dopo 22 anni, è stata inaugurata oggi la nuova caserma dei Carabinieri intitolata al maresciallo Mario Trapassi e all’appuntato Salvatore Bartolotta, medaglie d’oro al valore civile, barbaramente trucidati nell’attentato in cui perse la vita il giudice Rocco Chinnici nella strage del 29 luglio 1983.
La villa di Riina, nel rione Uditore, da oggi divenuta ufficialmente caserma dei Carabinieri, era stata confiscata e assegnato all’Arma. Alla cerimonia di inaugurazione di questa mattina hanno partecipato anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il comandante generale dei carabinieri Tullio Del Sette e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
La villa, nel rione Uditore, in via Bernini 54, era abitata da Riina e famiglia ed è stato l’ultimo rifugio del boss fino all’arresto avvenuto nel 1993. Il boss aveva voluto alberi, prati all’inglese e una piscina. Ora tutto è riadattato alle esigenze dei militari dell’Arma.