Vittorio Veneto (Treviso) – La preghiera dell’Alpino censurata è solo un’altra bufala. Il dibattito politico e le polemiche sui Social sono divampate per una “non notizia” visto che il testo della preghiera è stato modificato nel 1972 ad opera di un prelato.
Nessun revisionismo “comunista” e nessun regalo alle minoranze religiose dunque ma un caso montato ad arte da chi desidera gettare acqua sul fuoco di questioni inesistenti.
Veniamo ai fatti – o almeno ai presunti tali. Durante una celebrazione religiosa a Vittorio Veneto non viene letta la preghiera dell’Alpino nella sua formula originaria ma il testo “rivisitato” che omette riferimenti alle armi e alla “millenaria civiltà cristiana”.
La notizia viene rilanciata e vari esponenti politici, tutti di centrodestra, cavalcano la polemica parlando di “censura” di “regalo ai musulmani” e altre amenità che però sembrano arrivare in ritardo visto che la formula (accettata anche dagli stessi Alpini) risale al 1972 e da allora, 43 anni fa, nessuno ha mai sollevato il “caso” accettando che la preghiera originale venga pronunciata solo in alcune cerimonie riservate agli appartenenti al corpo militare e non certo in cerimonie pubbliche.
Falso anche che la “variazione” del testo sia opera di atei o presunti fiancheggiatori degli invasori musulmani. La preghiera è stata riscritta da un prete, con l’avvallo degli Alpini e, è giusto ribadirlo, 43 anni fa quando nessuna minoranza etnica o religiosa bussava alle porte in cerca di asilo.
Resta da capire perchè alcuni Media si affannino a rilanciare il presunto “caso” invece di fornire ai Lettori la spiegazione dei fatti e lasciare agli stessi ogni commento su quanto leggono sui Social.