Roma – Tra il 2008 e il 2015 la perdita di potere d’acquisto delle famiglie italiane è stata pari a 122 miliardi (-13,4%). Scendiamo nel dettaglio: 75 miliardi non spesi a causa della riduzione dei consumi e altri 47 miliardi ascrivibili al taglio dei risparmi. I dati, certificati dalla Coop, confermano il de profundis del ceto medio: benestante sino al 2001, sempre più in affanno negli anni successivi e costretto a fronteggiare la più grande speculazione sui prezzi mai registrata. Dal 2002 al 2014, 283 miliardi sottratti dalle tasche dei consumatori, con un raddoppio sostanziale delle tariffe. Un quadro aggravato, in questi anni, dall’impennata della disoccupazione e dal mancato adeguamento degli stipendi. Cosa ci attende adesso? L’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori ha calcolato l’ammontare complessivo della spesa autunnale escludendo, tra l’altro, le uscite per alimentazione ed abbigliamento. L’autunno coinciderà con una pesante stangata, compensata solo in minima parte dalla flessione dei costi dell’energia. Tra settembre e novembre il salasso sarà così suddiviso: Scuola: 788,70 euro; Tasi (seconda rata): 117,03 euro; bollette (acqua, luce, gas, telefono): 455 euro; Tari (seconda rata): 143 euro; Riscaldamento (prima rata): 256,50 euro. Totale: 1,760,23 euro.
Fabio Tiraboschi