Genova – Un’interrogazione per chiedere la verità sulle aree Campi che il porto voleva comprare. A presentarla il capogruppo di Forza Italia alla Regione Liguria, Angelo Vaccarezza che intende accertare alcune dichiarazioni che sarebbero state fatte dall’ex presidente dell’Autorità Portuale, Luigi Merlo, nel corso di una trasmissione Tv.
“Martedì 1 dicembre – scrive Vaccarezza nell’interrogazione – Luigi Merlo, ex presidente dell’Autorità Portuale di Genova, ospite di una trasmissione di un’emittente locale, ha dichiarato di essersi offerto, durante il suo mandato, di acquistare le aree di Campi, di proprietà di AMT, cedute dal Comune di Genova, per poterle usare come parcheggio per i tir e gli autotreni che arrivano al porto di Genova”.
“L’ex presidente dell’Autorità Portuale – prosegue Vaccarezza – ha testualmente affermato: “Non abbiamo comprato le aree di Campi perché sono valutate 7 milioni di euro, e non sono state vendute perchè sono a bilancio per 7 milioni di euro quando valgono meno della metà e si preferisce tenerle fittiziamente a bilancio per un valore che non è quello reale, piuttosto che venderle e renderle pubbliche”. Dalle sue parole emergerebbe, quindi, un dato sconcertante: il Comune di Genova, non si sa se in buona fede o meno, avrebbe valutato, e messo a bilancio di Amt, le aree Campi per un valore corrispondente al doppio di quello reale di mercato. Affermazioni preoccupanti che non devono essere fatte superficialmente in un talk show, per le quali è logico aspettarsi una reazione e che meritano un dibattito approfondito nella giusta sede di discussione, il Consiglio Regionale. Ho deciso quindi di interrogare la Giunta e gli Assessori competenti per verificare se tali affermazioni corrispondano a verità e se esse possano comportare conseguenze sul piano politico e giuridico nei confronti delle Istituzioni liguri interessate”.
“Il timore – conclude il Capogruppo – è che mentre per fermare uno sciopero che aveva bloccato la città si annunciava trionfalmente che il “polpo era cotto”, si stesse invece infornando un cefalo che i Genovesi non avrebbero pagato al prezzo di un branzino”.