Uno scenario tra luci ed ombre quello delineato da Confartigianato sull’Export della Liguria.
Con 748 milioni di euro l’export dei primi nove settori ad alta concentrazione di micro e piccole imprese della Liguria è cresciuto del 3% nei primi nove mesi del 2015, a fronte di un calo di oltre il 6% dell’export totale del manifatturiero (che si attesta sui 4,5 miliardi). Secondo gli ultimi dati Istat elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, in nove mesi le micro e piccole imprese liguri hanno guadagnato, in valore assoluto, 22 milioni di euro dalle esportazioni dei propri prodotti.
A livello nazionale, Lombardia e Veneto che, rispettivamente con oltre 21 e 18 miliardi di euro sono le prime due regioni per volume di export movimentato in questi nove settori, hanno registrato crescite dello 0,9% e del 5%. Bene anche Toscana ed Emilia Romagna (oltre 10 miliardi di esportazioni), in crescita del 3,5%.
In Liguria, le performance provinciali presentano velocità diverse a seconda della tipologia d’impresa e del territorio. Si registra un forte calo a Genova con un -15,6% (2,6 miliardi) e, seppur minore, a Imperia -7,7 (212 milioni), mentre abbiamo Savona con un +9,9% (1,1 miliardi) e addirittura La Spezia +19% (610 milioni cumulati).
«L’attuale situazione economica – commenta Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – e gli effetti delle sanzioni alla Russia con una flessione del 33,5% a livello nazionale producono danni alla nostra economia manifatturiera regionale, che vede una battuta di arresto. Con tutte le difficoltà e cautele di una lettura su dati minimi riscontriamo una Liguria a due velocità: un aumento dei settori ad alta concentrazione di microimprese e due province che presentano un calo, Genova e Imperia, e due con il segno positivo, La Spezia e Savona. Auspichiamo quindi che gli incentivi per l’internazionalizzazione, approvati in questi giorni dalla Regione, possano partire velocemente e produrre gli effetti sul nostro tessuto produttivo».