Roma – Lo scorso anno un’epidemia del virus Zika ha colpito il Brasile, e si è diffuso in tutta l’America Latina. Si tratta di un virus trasmesso da zanzare del genere Aedes che in genere l’organismo riesce a respingere senza troppa difficoltà, ma che potrebbe avere effetti più seri sulle donne incinte e compromettere la salute del bambino.
In questi giorni si stanno riscontrando i primi casi anche in Europa. Secondo alcune voci, la diffusione dal Brasile è stata favorita dal grande afflusso turistico durante i mondiali di calcio del 2014, ma non ci sono dati certi al riguardo. Quattro casi di contagio da virus Zika sono stati scoperti anche in Italia.
”I casi – spiega Giuseppe Ippolito, dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma – sono relativi alla Primavera del 2015 ed ora i pazienti stanno bene. Tre di loro sono stati trattati allo Spallanzani ed uno a Firenze”. Oltre ai 4 italiani, 3 casi sono stati rilevati nel Regno Unito e 2 in Spagna. Due casi anche negli Stati Uniti, dove un bambino è nato con microcefalia, uno dei possibili effetti del virus.
Per il momento, gli epidemiologi ci tranquillizzano affermando che il virus non è naturalmente presente in Europa, e che non si riscontrano casi di trasmissione da uomo a uomo. A essere colpito fortemente è stato soprattutto il Brasile, dove i casi di microcefalia riscontrati sono 3.893, e dove le autorità hanno adottato misure drastiche e consigliato alle donne di cercare di evitare la gravidanza almeno fino a luglio.
Ad oggi sono 22 i paesi dell’America latina dove è stato riscontrato il virus. Pur non coinvolgendoci direttamente e non avendo conseguenze mortali, la rivista Lancet ha invitato a non sottovalutare il fenomeno, che potrebbe diventare un’emergenza sanitaria nel 2016.