Idlib (Siria) – Si aggrava ulteriormente il bilancio dell’attacco missilistico compiuto ieri dalle forze aeree russe contro una struttura ospedaliera di Medici senza Frontiere nel nord della Siria, a Maarrat.
Assieme al bilancio delle vittime, finiscono per aggravarsi anche i rapporti diplomatici di America e Unione Europea con la Russia, intenzionata a non cessare le azioni di copertura aerea sul territorio siriano, come dimostra la distruzione totale dell’ospedale di Maarrat, apparsa a molti come un attacco progettato e deliberato ad un centro di assistenza medica internazionale.
Il bilancio è salito nella notte a 50 vittime, delle quali sarà presto accertata l’identità; di sicuro, per adesso, è solo il resoconto di quali persone la struttura ospitava, ovvero sia medici, paramedici e pazienti (la struttura disponeva di 30 posti letto, ndr).
Nella tarda serata di ieri, una volta appresa la notizia e la gravità della situazione, sono anche arrivate le prime dichiarazioni di condanna contro un gesto che ben sintetizza la confusione diplomatica e gestionale della situazione siriana, dove poco a poco si sta perdendo la percezione di quali siano effettivamente le zone presidiate dal nemico dichiarato di Russia e Coalizione internazionale, ossia il terrorismo.
Nel frattempo, a partire dalla mattinata di oggi (martedì 16 gennaio, ndr), le agenzie hanno battuto anche le prime repliche della Russia alle accuse di attacco premeditato a danno di strutture sanitarie internazionali.
A parlare in nome di Vladimir Putin è stato il suo portavoce Dmitri Peskov, che ha smentito il coinvolgimento di jet russi nel bombardamento di ieri.
A proporre uno scenario alternativo che escluda la Russia dalle responsabilità dell’attacco missilistico è stato anche l’ambasciatore della Siria nel paese sovietico, Riyad Haddad, che avrebbe dichiarato come a colpire la clinica di Maarrat siano stati jet statunitensi.
Prontissima la smentita della Casa Bianca, con Washington che rimanda al mittente le accuse che vorrebbero coinvolti jet statunitensi nel bombardamento della struttura ospedaliera siriana.