Bari – L’inchiesta della procura antimafia di Bari per far luce sull’infiltrazione del clan Parisi nei cantieri edili di Bari e provincia si è conclusa con 23 arresti, eseguiti dalla Polizia di Bari. 350 uomini della Polizia di Stato, con l’ausilio di unità cinofile ed un elicottero, hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare agli interessati.
A coordinare le indagini della squadra mobile, partite nel 2011, è stato il sostituto procuratore antimafia Patrizia Rautiis; l’attenzione si è concentrata sull’attività del clan più conosciuto di Bari ed è stato possibile documentare come i Parisi fossero in grado di gestire il controllo del sistema dei cantieri e delle costruzioni in almeno 24 casi, questo, infatti, il numero delle persone coinvolte a vario titolo nel sistema.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del tribunale di Bari che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare, ha contestato a sei imprenditori il concorso esterno in associazione mafiosa.
L’inchiesta ha evidenziato molto bene l’utilizzo, da parte del clan, di una forma di estorsione più sottile: non più solamente il pagamento del pizzo e l’assunzione di guardiani, ma l’imposizione di subappalti ad imprese amiche.
Ad aver ricevuto l’ordinanza di custodia anche il capoclan Savino Parisi, arrestato la settimana scorsa.
Un altro filone dell’inchiesta è quello che riguarda l’occupazione delle case popolari, gestite dal clan facendo favori a parenti ed amici e trasformandole in un vero e proprio sistema di controllo del territorio.