Seattle – Dopo lo scontro tra Apple e Fbi, questa volta tocca a Microsoft mettersi contro il governo statunitense per difendere la privacy dei propri clienti. In particolare, l’azienda fondata da Bill Gates ha citato in giudizio il ministro Loretta Linch del Dipartimento di Giustizia. L’accusa è quella di chiedere troppo spesso all’azienda di non informare i clienti quando il governo decide di spiare le loro e-mail per motivi legati all’antiterrorismo. Secondo Microsoft, questa richiesta e in particolare la sua frequenza così alta sarebbe incostituzionale. Nel ricorso presentato al tribunale di Seattle, l’azienda sostiene infatti che questa pratica violi il Quarto Emendamento della Costituzione statunitense, che dà il diritto ai cittadini di sapere quando il Governo perquisisce o sequestra ciò che è di loro proprietà. A essere violato, secondo l’azienda, sarebbe anche il Primo Emendamento, che prevede il diritto di informare i propri utenti. È probabile che ci vorranno mesi (se non anni) perché il processo arrivi a una sentenza definitiva. È probabile che il primo obiettivo di Microsoft sia stimolare il dibattito intorno ai “secrecy orders”, ovvero le continue richieste di violare la privacy degli utenti senza avvisarli che il Governo fa alle aziende che trattano grandi quantità di dati, come Google, Facebook o la stessa Microsoft.