Genova – “Regione Liguria cede la proprietà del Teatro della Gioventù al Teatro Carlo Felice di Genova: un segnale di sostegno al Carlo Felice e un segnale al governo perché sblocchi la legge Bray”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore regionale alla Cultura, Ilaria Cavo, durante la riunione della III Commissione regionale Attività Produttive, Cultura, Formazione e Lavoro in cui è stato ascoltato l’intervento del sovrintendente Maurizio Roi.
“Durante l’audizione il sovrintendente ha chiesto agli enti locali uno sforzo per la patrimonializzazione del teatro – ha spiegato l’assessore Cavo – importante per alleggerire la situazione debitoria e come segnale per lo sblocco dei finanziamenti della legge Bray, che ammontano a 13 milioni di euro. La nostra risposta non si è fatta attendere: in commissione ho annunciato la scelta del presidente Giovanni Toti e della sua giunta di cedere il teatro della Gioventù alla Fondazione Carlo Felice. Abbiamo appena avviato le pratiche con l’Agenzia del territorio per arrivare a una stima del valore dell’immobile: è chiaro – ha proseguito l’assessore Cavo – che l’operazione ha un valore patrimoniale ma ha anche un forte valore di sostegno al teatro e al suo tentativo in atto di raggiungere un pubblico più vasto ed eterogeneo. Cedere non un immobile qualsiasi ma un gioiello come il teatro della Gioventù (peraltro appena ristrutturato dopo i danni alluvionali) significa offrire al Carlo Felice la possibilità di ampliare la sua programmazione e di poter utilizzare una sala con una diversa capienza, che per alcune rappresentazioni e sperimentazioni può risultare più adatta. L’immobile ovviamente continuerà ad avere un vincolo di destinazione d’uso per iniziative teatrali e culturali”.
Nel corso dell’audizione, dopo il Sovrintendente, sono state ascoltate anche le rappresentanze sindacali: “Mi fa piacere che anche loro abbiano espresso un parere molto positivo – ha aggiunto l’assessore Cavo – sullo sforzo patrimoniale della Regione e ne abbiamo compreso il valore. Dai vari interventi è apparso evidente che non ci sono motivi perché i ministeri delle Finanze e dei Beni Culturali non sblocchino i finanziamenti della legge Brai accordati alla Fondazione del teatro a fine 2015, e vidimati anche dalla Corte dei Conti. La nostra scelta di cedere un immobile di pregio al teatro non può non essere colta, a Roma, come ulteriore elemento a sostegno del piano di risanamento del Carlo Felice, che prevede un pareggio di bilancio nel 2018. La Regione – ha concluso – ha fatto la sua parte, ora il governo deve fare altrettanto”.