Genova – Sarà una perizia medico-legale a stabilire se Claudio Borgarelli, reo confesso dell’assassinio e della decapitazione di Albano Crocco, sia in grado di intendere e di volere e, in particolare, se lo fosse al momento dell’omicidio dello zio.
Il medico incaricato dal Tribunale stabilirà se l’uomo soffrisse di disturbi psichiatrici come sembra emergere dalle indagini su precedenti cure proprio per questo tipo di patologia.
Vittima e presunto carnefice erano parenti e da tempo litigavano per un sentiero che rientra nella proprietà di Borgarelli e che veniva utilizzato per entrare nel bosco dove sembra si trovassero molti funghi.
La vittima, proprio il giorno del delitto, stava entrando come di consueto nel bosco utilizzando proprio il tratto di strada oggetto di liti frequenti e proprio questa sembrerebbe essere la motivazione scatenante del delitto.
Borgarelli avrebbe “reagito” alla decisione del parente di entrare lo stesso nel bosco e, dopo averlo colpito con una pistola alla nuca lo avrebbe decapitato gettando via la testa, mai ritrovata.
La perizia verificherà se davvero il presunto omicida fosse in cura per disturbi psichiatrici come sembra dimostrare la presenza in casa di farmaci specifici. Se la circostanza venisse confermata la difesa avrebbe al suo arco una freccia in più.