Un argento olimpico, un oro e un argento mondiale, due argenti europei. Partito dalle giovanili del Chiavari, sua città natale, poi forgiato alla scuola savonese targata Mistrangelo, quindi Napoli, sponda Posillipo, per finire la carriera, e che carriera, a Recco. Ma non è finita: adesso del club biancoceleste ne è anche presidente. In due righe abbiamo parlato di lui, di Maurizio Felugo, che, dopo due anni di inattività da atleta, ha deciso di scendere nuovamente in acqua il 9 marzo a Sydney, nella selezione All Stars Team che affronterà la nazionale australiana in una gara che ormai da anni viene organizzata da Thomas Whalan, ex giocatore e bandiera della nazionale Aussie.
Dunque torna in vasca. Ma ha avvertito Sandro Campagna?
Non c’è bisogno di dirglielo anche perché non rientro sicuramente nei suoi piani. Però son convinto che questa notizia gli abbia fatto piacere. E’ un’avvenimento, una partita fantastica in uno scenario da favola.
Australia come punto di partenza. Che effetto fa? Ma si sta allenando?
Assolutamente no. Purtroppo non ho il tempo materiale per andare in acqua. E’ un capitolo chiuso della mia vita. Ho avuto già la fortuna di partecipare a questa partita quando giocavo ed è stata un’esperienza fantastica. Non potevo dire di no a Thomas perché sta facendo un qualcosa che nel nostro sport nessuno è mai riuscito a fare.
L’emozione di tornare giocatore fa venire nostalgia?
No. Anche se sono convinto che, non entrando in acqua da due anni, giocare fianco a fianco con campioni come Filipovic, Pjietlovic e Molina che ora sono i “miei ragazzi” nella Pro Recco, sarà emozionante. Poi giocare contro l’Australia, che non scherza mai, sarà divertente.
Da quando ha smesso mai avuto un ripensamento, specialmente in coincidenza con le Olimpiadi?
No. Mai. Anzi sono sempre più convinto che quando ho deciso di smettere fosse il mio momento.
Facciamo un bilancio, approfittando che ritorna in vasca: chi è stato il più forte marcatore che ha incontrato?
Dire un nome non è facile, perché, per fortuna, ho giocato con tutti i più forti degli ultimi anni. E’ difficile fare un nome, comunque sono stati diversi.
E quello più spigoloso?
I duelli più aspri anche perché ero molto giovane e quindi molto fastidioso, forse sono stati con Vujasinovic, che, scherzo del destino, oggi è l’allenatore della mia squadra. Ci ridiamo sopra, oggi, ma all’epoca erano duelli duri: ero molto giovane, quindi era un onore giocare contro di lui, facevo quello che potevo.
E quello più divertente?
Credo che il giocatore con cui ho avuto maggior feeling in assoluto sia stato Boris Zlokovic. Con lui ci capivamo ad occhi chiusi. Una sintonia che credo sia arrivata all’apice.
Questa domanda non la faccio, anzi sì: con quale allenatore ha avuto i rapporti più difficili? Un’azzardo: Milanovic?
E’ chiaro che con Igor ho avuto un rapporto difficile, però penso che sia stata l’esperienza più costruttiva che abbia avuto nella mia carriera e mi ha insegnato tante cose.
Quali differenze soprattutto di responsabilità ha provato nell’essere atleta, capitano e presidente?
Inizialmente tante soprattutto nella gestione dei rapporti con i ragazzi perché ero con loro in vasca fino a qualche giorno prima. In seguito cercare di superare le difficoltà nell’apprendere come sia la gestione di una società, dal punto di vista amministrativo e organizzativo. Per il resto credo di ragionare nello stesso modo di come ragionavo in acqua: al di fuori si parlava sempre di una squadra, ed oggi i miei compagni di squadra sono i miei collaboratori.
In Australia sarà una super partita, molto bella. Sarebbe possibile portarla in Italia, in Liguria, passare da un sogno ad una realtà?
Assolutamente non un sogno. Lo faremo. Questa è la nostra direzione. Già il fatto di aver rispolverato la piscina di Albaro a Genova, nonostante qualche scettico (che poi si è dovuto ricredere), ne è la prova. Il nostro obiettivo oggi è quello di creare un evento simile a Waterpolo by the Sea di Sydney e magari a Portofino o in un altro angolo della nostra bella Liguria.
Che voto si dà come atleta e come presidente?
Sinceramente sono sempre stato abituato a far dare i voti ad altri. Pretendo molto da me stesso ed aver avuto la fortuna di aver vinto così tanto credo mi abbia dato quella capacità di ripartire sia dalle vittorie che dalle sconfitte, azzerando tutto. Quindi il passato conta poco, sia da giocatore che da presidente. Bisogna guardare sempre avanti.
(Francesco Grillone)
( in collaborazione con www.waterpoloitaly.com)