Campiglia (La Spezia) – Proseguono anche oggi le ricerche, nel territorio del piccolo comune spezzino, per trovare il presunto cadavere di un pedofilo che sarebbe stato ucciso e sepolto decenni fa. A guidare le ricerche la donna di 53 anni, residente all’estero, che ha raccontato alle forze dell’ordine di aver raccolto la confessione, in punto di morte, della madre che le avrebbe raccontato di aver coperto il marito assassino per aver ucciso un uomo che aveva violentato la figlia di tre anni.
Circostanze al vaglio degli inquirenti che sembrano sempre meno convinti del racconto poichè il presunto pedofilo sarebbe morto di vecchiata qualche anno fa e perchè alcuni elementi della versione resa dalla presunta vittima della violenza risalgono a 50 anni fa e le circostanze sono difficilmente ricostruibili.
Resta ovviamente la necessità di chiarire oltre ogni dubbio la vicenda e se davvero ci sia qualcosa di vero nella storia raccontata dall’anziana madre in punto di morte.
La donna aveva raccontato che la figlia aveva subito le attenzioni di un amico di famiglia e il padre, impazzito per la rabbia, l’aveva ucciso e sepolto in un terreno vicino al paesino spezzino.
Pochi gli elementi utili alle indagini ma il più importante, un frammento osseo, potrebbe dare la svolta definitiva alle indagini.
L’anziana donna, infatti, aveva consegnato alla figlia un frammento di un osso appartenuto al pedofilo. Una sorta di macabro “ricordo” di quella tragica storia che sarebbe avvenuta. Un “cimelio” raccolto dal cadavere della vittima e conservato per decenni.
L’esame del DNA dell’osso potrebbe rivelare se davvero si tratta di resti umani o se, invece, già quella prova può spingere gli inquirenti a sospettare con forza maggiore che si tratti solo di una fantasia raccontata per chissà quale motivo.