Genova – Sono passati 22 anni da quel 12 maggio del 1995, giorno della morte di una delle cantanti italiane più significative di sempre, Mia Martini.
Mia, al secolo Domenica Rita Adriana Berté, venne ritrovata due giorni dopo la sua morte all’interno dell’appartamento di via Liguria a Cardano del Campo, in provincia di Varese, dove si era trasferita per stare più vicina al padre con la quale si era riconciliata da diversi anni.
Mia Martini, sorella maggiore di Loredana Berté, nasce a Bagnara Calabra il 20 settembre del 1947 e con la sorella, oltre che la professione, condivide curiosamente anche il giorno e mese di nascita.
Interprete raffinata, dalla voce inconfondibile, iniziò la sua carriera nel 1963 con il nome di Mimì Berté. In quegli anni il produttore discografico e autore Carlo Alberto Rossi decise di lanciarla come ragazza yè-yè ma dopo un iniziale successo, lusinghiero per una debuttante, arrivò presto l’oblio fino alla ricomparsa sulle scene, questa volta con lo pseudonimo di Mia Martini. Era il 1971.
Il suo primo disco, “Oltre la collina”, per l’epoca era molto all’avanguardia per le tematiche trattate, per il canto e per gli arrangiamenti. Da tanti venne giudicato tra i migliori lavori mai realizzati da una donna. Al suo interno erano contenuti brani come “Piccolo Uomo”, “Donna Sola”, “Minuetto”, solo per citarne alcuni, che la consacrarono tra le protagoniste assolute della musica italiana degli anni ’70, anni che videro crescere la popolarità di Mia non solo in Italia ma anche all’estero.
Purtroppo la sua carriera e la sua vita privata furono rovinate dalle maldicenze a sfondo superstizioso, voci che tra gli addetti ai lavori presero sempre più piede tanto che ostacolarono ed emarginarono la cantante per diversi anni.
Ma la sua vocalità e la sua straordinaria capacità interpretativa non potevano rimanere lontane dal grande pubblico ed il suo talento la riportò alla ribalta facendole ottenere un consenso sempre maggiore. Era il 1989 e con il brano “Almeno tu nell’universo” Mia saliva nuovamente sul palco del Festival di Sanremo. Il successo che ne conseguì la portò a riprendere la sua carriera e divennero frequenti le apparizioni televisive.
Negli anni ’90 la popolarità aumento ulteriormente e tanti sono i brani che si ricordano della cantante calabrese. Tra i più famosi si possono annoverare “La nevicata del ’56”, “Gli uomini non cambiano”, anche questa presentata sul palco dell’Ariston, e “Cu’mme”, in coppia con Roberto Murolo.
Tante le interpretazioni con la sorella Loredana fino al grande vuoto della sua morte, avvenuta improvvisamente.
Subito dopo la scomparsa della cantante, la Procura di Busto Arsizio decise di aprire un’inchiesta e dispose l’esame autoptico. L’esito rivelò come Mia fosse morta a causa di un arresto cardiaco.
Ai suoi funerali, svoltisi il 15 maggio a Busto Arsizio, in tantissimi, volti noti e non, parteciparono, si dice che ci fossero 4mila persone.
Per volontà del padre il corpo venne cremato e trasferito nel cimitero di Cavaria con Premezzo, dove Mia riposa accanto ai nonni.