Genova – Elezioni storiche in Liguria, dove i ballottaggi hanno consegnato a Genova e La Spezia due vittorie del centrodestra. Oggi, a meno di 24 ore dalla sconfitta alle urne, è arrivato il commento di Raffaella Paita, capogruppo del PD in Regione Liguria, sconfitta due anni fa nelle elezioni regionali che avrebbero trionfare il candidato di centrodestra Giovanni Toti. “In Liguria abbiamo subito una sconfitta netta, sia a Genova sia alla Spezia – esordisce la nota stampa diffusa dall’ufficio di Raffaella Paita – tuttavia si tratta di due vicende molto diverse tra loro. A Genova abbiamo perso anche con un’ampia alleanza a sinistra; alla Spezia, invece, le divisioni e le candidature dentro il perimetro del centrosinistra hanno condizionato pesantemente l’esito del voto”. Più duro il commento sui risultati della Spezia, dal momento che Raffaella Paita sottolinea come “i candidati provenienti dal mondo riferibile alla sinistra, al primo turno, erano sei. La volontà di far perdere il centrosinistra a Spezia è stata perseguita scientificamente e, da parte di qualcuno, in modo del tutto irresponsabile. Non è stata sufficiente neppure la decisione presa all’unanimità dagli organi di partito di favorire una ricomposizione unitaria attraverso la candidatura di Paolo Manfredini, preside e uomo delle istituzioni”.
“Desidero, per l’amore che nutro nei confronti di Genova e Spezia, augurare buon lavoro a Bucci e Peracchini – ha poi proseguito la stessa Paita – visto che tante sono le sfide che li attendono. E voglio riconoscere senza infingimenti la capacità politica dimostrata da Toti di tenere unita una coalizione. Toti in questi anni ha prodotto più disoccupati in Liguria e liste d’attesa più lunghe in sanità, ma evidentemente è riuscito a esercitare una funzione di sintesi politica dentro la sua maggioranza capace di far percepire il centrodestra unito. Diamo a Cesare quel che è di Cesare”.
“Da domani sarà necessario analizzare dati e prospettive che ci aiutino a capire i nostri errori. Nei territori è necessaria una seria e autentica autocritica e poi dobbiamo tornare con umiltà tra la gente: quella che ci ha votato, quella che non ci ha votato e quella, tanta, che non si è recata ai seggi. Sento che alcuni vorrebbero spiegare con un dato nazionale il fenomeno ligure. È innegabile che la fase sia difficile, ma proprio la differenza siderale tra le sconfitte di Genova e Spezia dovrebbe indurci a riflessioni più approfondite”.
“Non è vero che abbiamo perso per l’incapacità di costruire le alleanze a sinistra – chiarisce infine la nota, nella quale si legge anche che “a Genova c’erano e non ce l’abbiamo fatta” e che “sarebbe più utile interrogarsi su quanto abbiano fatto male le divisioni e le polemiche interne, anche durante il ballottaggio. E su quanto questa continua richiesta di oscillare dalla linea e dal profilo riformista del Pd per inseguire tutti alla sinistra abbia contribuito a farci perdere credibilità e forza nel voto più moderato”.
Alla fine, una previsione sul futuro politico, tanto nazionale quanto regionale e locale. “Sul futuro credo che molto inciderà lo scenario nazionale che si aprirà. Chi deciderà di credere nel Pd, a partire da me, dovrà farlo con lo spirito di ricostruire una comunità solidale. La guerra dei Roses a livello nazionale e locale serve solo a farci inutilmente del male tra noi“.